Quinta significativa in una delle vie più suggestive di Cremona
In commmissione paesaggio è giunta la decisione: "Si deve conservare la casa di via Beltrami"
Abbiamo finalmente appreso l'esito della decisione per la casa di via Beltram (vedi la foto)i che era minacciata di completa distruzione, La commissione paesaggio si è espressa per la conservazione dell'immobile. In un primo tempo, anche su pressione degli uffici tecnici, il giudizio era rimasto sospesa. Ma nella seconda riunione della commissione comunale (la e commissione edilizia), il parere negativo alla riduzione in macerie dell'immobile è stato mantenuto.
Nella deliziosa prospettiva di via Beltrami, proprio all’incrocio con via Cerasa, si inserisce la facciata di una casa, con una altana (terrazza) non coperta . Si tratta di casa Valcarenghi. La facciata non è particolarmente significativa, ma la storia di questo edificio si inoltra nel medioevo cremonese.
Perché ne parliamo? Un progetto voleva ridurre in macerie l’edificio.
La casa in questione era composta, o, comunque, racchiude in sé quelle casette che all’anno 1754 corrispondevano ai numeri 232, 233, 234. La casa n. 232, confinante con casa ora Bodini, era di tale Cristoforo Migliavacca qm Urbano. La n. 233 di Innocenzo Rossi qm Giuseppe. La n. 234 di Giulio Bianchi qm Gio. Adalberto.
Verso la fine del XIX secolo (1884 e 1890), in contrada Ripa d’Adda (nel XVII e XVIII secolo strada di S. ta Marta che andava verso l’attuale Palazzo Mina-Bolzesi, ma un tempo monastero di S. Marta delle Angeliche, dell’ordine dei Barnabiti di S. Paolo Decollato, fondato dalla nobile Valeria degli Alieri-Borghi su pressione di Antonio Maria Zaccaria e costruito da Francesco Capra) i tre numeri precedenti sono unificati nel n. 6 corrispondente all’abitazione di Carolina Vacchelli fu Gerolamo, in seguito intestata a Enrico Mangili fu Giuseppe.
La cosa interessante, che purtroppo non riguarda direttamente la casa, è che l’attuale Palazzo Bodini, fu un tempo del nobile Vincenzo Valcarenghi, ricco uomo d’affari, amministratore e forse notaio, padre di quel Paolo, medico di fama e protofisico, che nel 1742 fu procuratore dell’illustre medico Omobono Pisoni, docente di anatomia patologica a Padova. Paolo ebbe una sorella di nome Francesca, defunta nel 1699, l’anno in cui sua figlia Antonia Zambelli sposava in seconde nozze il liutaio Antonio Stradivari.
Defunta sua madre e precedentemente suo padre Antonio Maria Zambelli, ricco mercante, il suo tutore era Gio Battista Valcarenghi, zio del Paolo medico. Poiché casa Valcarenghi era a stretto confine tra la parrocchia di San Donato e quella del Duomo (cui appartenevano i numeri 232, 233, 234), sarebbe interessante guardare negli Stati d’anime. Va però ricordato che tutta la zona attorno alla Cattedrale, all’Universitas mercatorum e per tutta l’attuale via Ala Ponzone, ovvero attorno al Palazzo della Comunità, era un susseguirsi di botteghe artigiane e mercantili e di case di mercanti più o meno ricchi
La tradizione, anche secondo un raro scritto di Giuseppe Pontiroli, studioso di valore, di mantenere un commercio fiorente nel centro storico, ovvero all’interno della cittadella del vescovo-conte di Cremona, probabilmente era praticata fin dal medioevo…
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Purtroppo le attuali leggi urbanistiche regionali prestano il fianco ad ogni forma di appiglio per la demolizione ; l’attuale P.G.T. si è docilmente adeguato ( si veda il richiamo nel riquadro superiore) senza offrire molte giustificazioni al diniego, permettendo aggiramenti sottili; l’ufficio tecnico, nel suo complesso, ha respirato per troppo lungo tempo altri indirizzi e sembra frastornato . La decisione della commissione paesaggio non è la vittoria dei conservatori sui contemporanei , ma la posizione della prudenza e dell’equilibrio.
Difendo l'abbattimento della casa di famiglia da quattro generazioni
e spiego ai lettori de "Il Vascello" le mie ragioni
Caro Direttore,
ho letto con sorpresa l' articolo comparso sul suo giornale a proposito della casa di via Beltrami, di proprietà della mia famiglia da oltre quattro generazioni.
Lì hanno abitato mio bisnonno, l'Avv Arrigo Camisasca e sua moglie Elena Bellini, ci è cresciuta mia nonna Anita Camisasca e poi mia mamma Elena Monterin, fino ai tempi dell' università.
Io ho imparato ad andare in bicicletta in quel cortile e lì hanno abitato fino ad alcuni anni fa i miei cugini.
Concordo con lei sul valore storico di quei luoghi, cui io aggiungo anche un affettuoso sentimento di appartenenza.
Capirà quindi il mio stupore nel vedermi dipinto, in quanto progettista della ristrutturazione oltrechè co-proprietario, come un deturpatore del panorama cittadino.
Nessuna casa-libro, nessuno scempio, nessuno sgarbo, nessuna perdita di deliziose prospettive di via Beltrami!
Le allego, per rispondere ad una sua legittima curiosità, i disegni di progetto della facciata e del cortile interno.
Potrà apprezzare che l'unica modifica un pò consistente è l'eliminazione di quella che lei definisce una altana (terrazza) non coperta, prospicente la via.
Mi permetta di entrare nel merito, perchè ritengo culturalmente sbagliato che qualunque cosa, purchè vecchia o antica diventi, ipso jure, nobile e bella.
Se era brutta all' origine, non c'è tempo che possa farla diventare bella.Quella altana è stata un (orribile) sopralzo effettuato da mio bisnonno in fretta e furia per accogliere sua figlia rimasta prematuramente vedova, con mia mamma bambina.Non ha alcun valore storico od architettonico, è brutta e basta, anche se ci è cresciuta mia mamma, ma questo può avere solo un significato affettivo per me, non per la storia dell'architettura.
E' vero quanto afferma che quei luoghi affondano le proprie radici nella storia medioevale di Cremona, ma purtroppo, per quanto riguarda i manufatti edilizi, affondano e basta e non sono certo medioevali.
Abbiamo ricostruito attraverso gli atti del Comune la storia di quell' edificio, i numerosi rimaneggiamenti , le modifiche anche importanti interne e di facciata, sopralzi e quant'altro, eseguite nel corso del tempo dai miei predecessori, non particolarmente rispettosi delle regole del buon costruire e delle leggi della statica.
Il risultato è che, purtroppo, le fondazioni e le strutture dell'immobile non sono più in grado di rispondere alle normative edilizie e sismiche, presentano vistose crepe anche sulle murature con i confinanti, non possono essere consolidate con una attività di cuci-scuci, l'immobile è inabitabile ed inabitato da diversi anni. Il progetto pertanto non può che configurarsi come una sostituzione edilizia, e cioè come un manufatto edilizio del tutto analogo nella consistenza, forma, dimensioni ecc., ma costruito con nuove strutture, nuove fondazioni, nuovi solai, nuove coperture.Tutto ciò non costerà poco alla mia famiglia, come è facile da capire.
Ma ritengo che sia molto più rispettoso nei confronti della stessa città, di sanare una ferita nel tessuto del centro storico causato da un immobile vuoto, inabitabile, ammalorato ed in grave decadenza per sostituirlo con la sua immagine quasi speculare, ma vivo, sano, bello e, spero, abitato da famiglie con bambini che impareranno ad andare in bicicletta nel cortile, come è accaduto a me.
Infine, vorrei rassicurarla sull' operato dell' ufficio tecnico Comunale e della commissione paesaggio, con cui abbiamo sviscerato nel corso di ormai un anno di sviluppo del progetto, tutte le norme, regole, leggi che regolano la materia edilizia / urbanisitica tavolta sovrascritte e contraddittorie, con una attenzione e cura che mi hanno lasciato stupito.
Con l'unico intendimento di fare bene e di risolvere un grave problema che ci siamo trovati.
Mi auguro che il processo amministrativo sia ora in fase di completamento, perchè l' unica alternativa è che quella ferita resti dov'è e com'è , e non può che peggiorare con il tempo.
Paolo Garretti
La Giunta Galimberti (in silenzio) incrementa la cementificazione della città
Alle spalle di villa Flaminia già in vendita un nuovo quartiere cittadino
in un' area che fu a suo tempo dichiarata non lottizzabile!
Dura presa di posizione di Italia Nostra: ma si faranno orecchie da mercanti
Si accettano prenotazioni , lottizzazione garantita... evidentemente
A Cremona, nonostante tanti appartamenti vuoti, si continua a cementificare, eccome. Magari in silenzio , avvalendosi della facoltà per i
Comuni superiori a 15mila abitanti di procedere a lottizzazioni senza passare per commissione, nel caso di Cremona per la commissione paesaggio. Così la Giunta, tranquillamente lottizza il terreno, alle spalle ddel parco di villa Flaminia di proprietà della curia, addirittura realizzando un vero e proprio quartiere cittadino, nonostante da tempo immemorabile fosse stato dichiarato di riguardo.
Ma c'è chi controlla, nonostante tutto, anche se con molta probabilità si faranno orecchie di mercante. Si è così certi che tutto andrà per il verso previsto che è già apparso il vistoso doppio cartellone in foto, all'ingresso di via Dei Bombici in via Flaminia.
Ecco invece i principali avvertimenti di Italia Nostra la quale dichiara di aver tempestivamente avvertito l'Amministrazione Comunale della inopportunitàdi includere tra i comparti di espansione il terreno ora denominato ambito di espansione CR 25.
Il terreno era infatti da tempo immemorabile riconosciuto come facente parte di un Parco Locale di Interesse Sovracomunale (P.L.I.S.), era contiguo ad un importante giardino storico, era altimetricamente depresso e interposto tra due preesistenze ambientali di notevole valore e meritevoli di tutela quali il colo Reale e il costone morfologico che circonda il parco di Villa Flaminia.
Includendo il comparto tra i terreni sui quali espandere ulteriormente l'abitato, il Comune dimostra inoltre di avere del tutto trascurato la gracilità della viabilità di accesso al comparto, sia da nord (via Bombici) che da sud (via Carpena).
Non solo il nuovo quartiere appare magicamente fuori luogo, ma per di più, stante la ristrettezza degli accessi preesistenti, dalla via Bombici e dalla via Carpena, la ditta lottizzante ha proposto, e il Comune ha incredibilmente accettato, che la viabilità del nuovo popoloso quartiere si sviluppi a senso unico nonostante la significativa lunghezza del comparto interessato.
Non si comprende davvero perché il Comune non abbia pensato quantomeno ad ampliare la via Bombici verso i terreni identificati posti ad ovest della stessa, terreni che, tra l'altro, sono di proprietà della stessa ditta !ottizzante. Tale modesto ampliamento avrebbe consentito di sviluppare a doppio senso di circolazione l'arteria stradale che, integrata a sud con una piccola piazzola per l'inversione di marcia, avrebbe evitato di coinvolgere la via Carpena o quantomeno di contenerne l'intasamento. Su di una sezione stradale le cui dimensioni sono di incerta legittimità, si affastellano un solo marciapiede, una corsia stradale, una pista ciclabile, parcheggi in linea sottodimensionati, un filare di alberi.
Siamo di fronte a un indubbio sconvolgimento dell'assetto generale del comparto con grave danno per la lettura del costone morfologico.Il terreno interessato è di significativo interesse ambientale come riconosciuto dalla stessa disordinata analisi dei valori ambientali preesistenti fornita dal vigente PGT.
Per ovviare al rischio evidente di alluvioni il terreno verrà significativamente soprelevato e rimpinzato di costruzioni in doppia e tripla fila, alte fino a 10 metri. In tali condizioni non sarà praticamente più apprezzabile l'emergenza del costone morfologico che costituisce l'elemento più significativo e interessante del paesaggio locale.Sarà praticamente impossibile ammirare da distante il parco della Villa Flaminia e verrà distrutto il collegamento ecologico tra il parco e la campagna circostante.
Infine si parla di villette, ma le norme specifiche di Piano Attuativo prevedono come altezza ammessa dei nuovi edifici ben dieci metri.
Tale altezza è talmente eccessiva che gli stessi progettisti, nel realizzare i vari rendering che illustrano l'assetto futuro del comparto, hanno prudentemente ipotizzato solo costruzioni molto più basse. D'altra parte lo stesso progetto è contraddittorio: da un lato (e sulla pubblicità giornalistica che ha preceduto la presentazione ufficiale del progetto) si parla di case uni o bifamiliari, dall'altro lato si consentono esplicitamente condominiotti pluriplano.
Infine, nonostante che la scheda di PGT fornisca precise indicazioni per le recinzioni verso strada e il Consorzio di Bonifica faccia altrettanto per le recinzioni verso il canale, la normativa di Piano Attuativo tralascia del tutto la tematica. Nulla si dice anche a proposito delle recinzioni tra i vari lotti. Tutto improbabile: la distanza di rispetto da osservare con le costruzioni nei confronti della scarpata morfologica, per essere efficace, dovrebbe essere misurata dal piede della stessa. Non sono identificate nelle planimetrie con apposita grafia l'esatta posizione di tale limite di rispetto.
Il PRG firmato da Malvezzi produce altri danni... Altro che tutela della città e dei commercianti. Ma la Giunta Galimberti non interviene!
Tre punti vendita di media entità tra Via del Macello e via Cappuccini
il Bollettino Comunale pubblica che sono state approvate le convenzioni con l'impresa Contardi di Codogno per la per la ralizzazione di tre strutture medie di vendita (senza altra specifica), contigue nell'area tra via del Macello ed via Cappuccini.
( a.l.) - Laissez passer, laissez faire. Si va avanti così a Cremona. Cemento e altri punti vendita medi o iper. Il Prg che affonda nel segno dell'ex assessore all'urbanistica della Giunta Perri ed ora consigliere regionale Carlo Malvezzi, ha aperto le paratie che garantivano la gestione controllata e virtuosa della città. Ora se ne pagano le conseguenze. Si veda anche l'inverecondo cubo del megamercato di via Massarotti, in fase di finitura. Perchè anche il governo attuale ha rinunciato al suo ruolo. Poco hanno da giocare allo scaricabarile Galimberti e gli altri che spesso se la cavano così.La Giunta Galimberti non si preoccupa del cemento che cola e dell'inondazione di punti vendita a tutto danno dei commercianti che la scarsa e inattendibile politica cittadina afferma di voler tutelare, mentre non muove un dito per apportare le varianti a un PRG che ha cancellato l'urbanistica.
Impalata la Giunta, impalato il Consiglio Comunale , la maggioranza e l'opposizione legate l'una all'altra dalle reciproche responsabilità, con una passione perversa per i guai combinati dall'una e dall'altra. Cremona galleggia nella corrente, una barca senza timone che andrà presto a frantumarsi contro il pilone di convenienze ancora più alte alle quali si dovrà assoluto riguardo (magari, questa volta sì, variando il piano regolatore, perchè a Cremona neppure il vento va dove vuole e di questo lassismo qualcuno dovrà pur godere).