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Ecco la Lanca del Riglio e l'area adiacente, qualificata come zona umida e boschiva. A destra, quel che resta dell'antico corso del Riglio. Si trova sulla destra del canale navigabile, proprio davanti alla Acciaieria Arvedi. Al mattino presto ed al tramonto non è difficile osservare la corsa dei leprotti che l'attraversano, o accompagnare il volo degli uccelli, di varie specie. Ebbene, c'è grande allarme tra i frequentatori di questo paradiso , che faticosamente è sopravvissuto alla aggressione già avvenuta sulla destra della lanca, dove la vasta radura che giunge a ridosso è parecchio più alta perchè il Comune di Cremona ha autorizzato il suo rimpiemento con ogni genere di inerti per parecchi metri. Adesso il prato è verde, ma copre scarti di edilizia ed altro. Intanto la discarica comunale che ha ingresso di via Bastida è già diventata un deposito di montagne di scorie di acciaieria. I camion della Ecosteel vanno avanti e indietro incessantemente. Il prato a sinistra della lanca è più basso, persino sotto il livello del canale, e sfiora quel che resta dell'antico Riglio. Qui, pare che sia stata richiesta la concessione al Comune per trasformare anche questa zona in contenitore di inerti. E' possibile uno stupro come questo, considerati i limiti che abbiamo già descritto (zona umida e boschiva)? Certo la preoccupazione è enorme, considerati i precedenti. Un altro paradiso da cancellare? La mobilitazione dovrà essere decisa e inesorabile. (foto Antonio Leoni ©) - Pubblicato il 23 maggio 2012
Il Vascello in relazione alla notizia data da subito domenica e ripresa qui sotto, ha interpellato un notissimo sismologo dell'INGV - CNT sulla decisione della Stogit di non interrompere l'attività dei compressori : "La Stogit si è assunta una responsabilità gravissima. Evidentemente in presenza di una fase sismica così vivace ha ritenuto di poter prevedere quel che un sismologo non sarebbe mai in grado di predire e cioè se si possano scatenare scosse di terremoto di maggiore intensità rispetto a quelle già registrate".
Vedremo rispetto alla condizione prospettata dal sismologo, non prevedibilità di eventi più gravi, come si esprimerà l'U.N.M.I.G. di Bologna per tranquillizzare le popolazioni di una vastissima area (si veda la cartina qui sotto) giustamente allarmate per il mancasto fermo del Cluster, ricordando oltre tutto che dalla loro installazione nel luglio 2010 gli impianti del Cluster B - come afferma la lettera del consigliere comunale Luisa Pea, sono stati già "soggetti ad alcuni malfunzionamenti".
La Stogit in presenza di un terremoto, non ha fermato i compressori del gas a Bordolano, nonostante l'intervento di un consigliere comunale, Luisa Pea.
Da Bordolano Luisa Pea, consigliere comunale, ha avuto ulteriori notizie dopo la sua telefonata al sindaco di Bordolano per chiedere di fermare i compressori:il Sindaco ha fatto intervenire una squadra di Stogit che ha verificato i parametri dei compressori: tutti nella norma, rimangono accesi! Ha richiamato il Sindaco dopo la scossa delle 15.19 di ieri 20 maggio e la risposta è stata che è tutto nella norma, i compressori non vengono fermati.
Presumibilmente anche i compressori di Sergnano, con l'impianto in sovrapressione, non sono stati fermati!. Senza parole. Ecco la lettera di Luisa Pea. Da leggere e meditare. Dalla vicenda Tamoil a qui, è assolutamente chiaro che le istituzioni tendono a minimizzare il pericolo e nei fatti sono poco preoccupate della sicurezza dei cittadini. E' un tradimento che presto verrà fatto pagare, come dimostra la tornata elettorale.
Il sindaco di bordolano, centrodestra, è Diego Bottini, nel consiglio comunale (assessore esterno) ai rapporti istituzionali anche l'assessore del Comune di Cremona Luigi Amore.
di Marco Mucciarelli, sismologo
E' circolata su alcuni blog la notizia che il terremoto in Emilia sia dovuto a operazioni di fracking, ovvero a fratturazione idraulica di rocce poco permeabili ricche in petrolio.
La notizia è falsa per due motivi:
1) non ci sono operazioni di fracking attive in Italia 2) ad indurre terremoti non è tanto la pratica del fracking quanto la reiniezione delle acque reflue utilizzate per la fratturazione . Nella zona è certo che non ci siano operazioni di fracking dato che ci sono comitati di cittadini molto vivaci ed attenti che si battono contro la realizzazione di un impianto di stoccaggio gas.
Questo era il vero problema: nonostante la faglia fosse stata individuata dall'INGV oltre 10 anni fa, alcuni "negazionisti" di cui taccio il nome sostenevano in un rapporto redatto per il proponente dello stocaggio che il problema era secondario o inesistente. Cito testualmente: "Per quanto riguarda il terremoto del 22 febbraio 1346 di M 5.8, localizzato dal catalogo CPTI proprio sull’anticlinale di Mirandola e che erroneamente potrebbe essere attribuito proprio all’attivazione di questa struttura, in realtà bisognerebbe considerarlo ancora incertae sedis ... Il problema che rimane aperto riguarda il comportamento sismogenetico della struttura, poichè la sorgente non è associata ad alcun terremoto storico o strumentale. Può veramente generare terremoti di magnitudo attesa sulla base delle sue dimensioni? Oppure si muove asismicamente?".
Ironicamente, la Regione Emilia Romagna aveva ribadito la sua contrarietà allo stoccaggio con una delibera di pochi giorni fa. Si spera che ora non ci siano più dubbi sulla attività dell'anticlinale della bassa modenese e della possibilità di avere liquefazioni del suolo (un problema per le condotte a pressione che si volevano installare).
E' anche auspicabile che questo terremoto porti ad un ripensamento circa le proposte di stoccaggio gas coincidenti con altre anticlinali sismicamente attive come Soncino nel cremonese e Monte Netto nel bresciano.
(Pubblicato il 22 maggio 2012)
Il caso Stogit con il pompaggio del metano ad alta pressione nei cluster di Bordolano anche nella persistente fase di sisma non cessa di suscitare attenzione e preoccupazione. Alla sensazione di indifferenza per la sicurezza delle popolazioni locali, si aggiunge una prospettiva ormai vicina alla fase di realizzazione che dovrebbe allertare ulteriormente gli abitanti.
Parliamo del progetto di costruzione di quattro piazzole sulla strada provinciale 25 Bordolano Castelvisconti. Sembrano emergere gravi carenze progettuali in relazione alla sicurezza nel trasporto di sostanze pericolose, in particolare all'innesto della strada provinciale 86 Quinzanese e all'innesto sulla medesima provinciale della strada comunale della Moja di Bordolano.
La realizzazione delle quattro piazzole viene prevista con una identica motivazione: sosta ed incrocio degli automezzi in relazione al traffico generato dalla attività di cantiere per la costruzione di impianti della centrale di stoccaggio del metano e di sette nuovi pozzi previsti presso il Cluster A - Pozzo Bordolano 4, presso il Cluster B pozzi 1-21.Sono costruzioni che appunto ricadono sulla strada provinciale Bordolano - Castelvisconti.
Non viene quantificata la rilevanza del traffico, tanto meno si considera l'impatto ambientale sul Parco Oglio Nord, non sono considerate opere di mitigazione ambientale.
Soprattutto non pare suscitare la minima apprensione il fatto che per il funzionamento della centrale di immissione - estrazione di metano è previsto il trasporto su strada dalla strada provinciale 86 Quinzanese fino alla via Della Moja di tremila tonnellate anno di metanolo, nota sostanza facilmente infiammabile, tossica al punto da provocare danni irreversibili per inalazione a contatto con la pelle e per ingestione.