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Chi si rivede... Umberto Lonardi presidente della Onlus La Pace: trasformerà la casa di cura di via Massarotti nell'ospizio di lusso - Conferenza stampa in coincidenza con l'avvio dei lavori
In Curia è stata santificata dal vicario della Diocesi e dal Comune di Cremona che ha concesso l'esenzione dagli oneri di urbanizzazione, la donazione dell'area della Casa di Cura La Pace effettuata da Giovani Arvedi alla Curia stessa per farne un ospizio di lusso che prenderà il nome di Giovanna e Luciana Arvedi.
Umberto Lonardi è il presidente della Fondazione ad hoc alla quale la Chiesa ha affidato la cura della regalìa dell'imprenditore cremonese. Nella conferenza stampa precisa che le rette saranno correlate ai costi, che peraltro non saranno propriamente del tutto accessibili a tutta la popolazione, stando alla entità delle rette praticate in analoghe strutture che anche in tempo di crisi si stanno realizzando in tutta Italia con la formidabile partecipazione di istituzioni cattoliche o di società private e che presentano bilanci con utili golosissimi.
Non viene negato che l'ospizio si metterà in concorrenza con Cremona Solidale attorno alla quale avvampano proposte disperate. Ecco nella immagine un rendering della struttura e nel titolo Umberto Lonardi e una visione del giardino nelle fotografie di Antonio Leoni.
Quanto sopra è la summa della conferenza stampa avvenuta a distanza di un anno da quando, il 21 giugno 2011, il Vascello aveva dato la notizia di questa fetta dell'ormai abbandonato Parco dei Monasteri, del quale tutta l'area faceva parte, con un utilizzo del grande giardino per l'attività del quartiere a sud di Sant'Agata, del tutto privo di aree a parco.
E' stato il Vescovo di Cremona Dante Lafranconi che ha indicato Umberto Lonardi come presidente de "La Pace onlus" .
L'operazione di evidente rilevanza finanziaria è stata pilotata dalla Diocesi di Cremona ed ha alle spalle, come si è detto, un uomo attento a operazioni di questo contenuto finanziario e umano, parliamo ovviamente del Cavaliere del Lavoro Giovanni Arvedi.
In una conferenza stampa svoltasi nella solennità della Sala Bonomelli, cuore del cuore ufficiale della Curia cremonese, il vicario generale della Diocesi Mario Marchesi ha presentato con accenti commossi quella che altrove sarebbe stata presentata come una brillante operazione immobiliare. Ovviamente, da parte nostra, nessuno critica alla aspirazione a un legittimo guadagno. Piuttosto è rispesso alla santificazione ed alla commozione che si resta perplessi.
Rispondendo a una domanda, Lonardi non ha negato che l'operazione a carattere privatistico della Curia si porrà in "utile concorrenza" con la pubblica Cremona Solidale intorno alla quale , continuano ad avvampare molte prese di posizione e polemiche che coinvolgono del tutto la Giunta Perri.
Come è noto, Umberto Lonardi è stato al centro delle cronache per tutta la estate 2010 (ed oltre) quando un furibondo attacco del giornale La Provincia ha mosso Oreste Perri a una severa pronuncia di condanna nei suoi confronti, in quanto - a dire del sindaco - si era permesso di acquistare il bellissimo complesso del Fodri , preferendolo ad altre soluzioni confermatesi poi assai meno convenienti e senza nemmeno avvertire la amministrazione di centrodestra che lo aveva confermato Presidente della Fondazione Città di Cremona, dopo aver coperto uguale incarico con la Giunta Corada di centro sinistra. In realtà, a palazzo tutti sapevano dell'operazione. Il Vascello trovò sensazionali conferme, smontando la offensiva di Vittoriano Zanolli e mostrò che anche il sindaco aveva ricevuto una lettera con cui Lonardi chiedeva di incontrarlo per riferire di una importante operazione.
Alla presentazione della conversione della clinica La Pace ha presenziato il vice sindaco Malvezzi che ha confermato come la Giunta del Comune di Cremona abbia avuto occhi di riguardo per l'operazione , ma ha negato che siano stati concessi vantaggi in termini di oneri di urbanizzazione in quanto l'intera impresa viene considerata un'opera di manutenzione straordinaria. In questi termini anche Lonardi ha risposto a una precisa domanda del nostro direttore, riferentesi alla lettera qui sotto.
Tutte le agevolazioni decise dalla Giunta senza pagamento di oneri di urbanizzazione, decisione già presa da un anno e testimoniata da documenti ufficiali della Giunta Perri: un imprenditore privato avrebbe goduto di quest'autostrada per il medesimo progetto? Ecco la domanda delle cento pistole!Caro direttore, ho visto che ti stai occupando della ristrutturazione dell'ex casa di cura La Pace e volevo segnalarti alcune cosette che forse non conosci. Io non faccio parte della Commissione Territorio nella quale passano queste cose, ma sono curiosa e guardo tutte le determine e le delibere su webcomune. In queste scorribande ho visto che per i "modesti" interventi che si andranno a fare in quell'immobile, compreso l'nnalzamento del muro perimetrale di via s. Tecla, i proprietari di quella struttura non tirano fuori neppure un euro di oneri di urbanizzazione. Tutto gratis. La motivazione è testuale "attualmente nella citta' di Cremona le suore dell'istituto prestano la loro opera nell'attività in campo socio-educativo e assistenziale". --- La presentazione del Ospizio ha confermato in pieno favori che non sarebbero mai stati convessi a un privato, posto che si tratta di un'impresa che promettere lussuosi rendimenti.. In effetti, la Giunta Perri ha aperto un'autostrada alla Casa di Riposo di Lusso Giovanni e Luciana Arvedi riconoscendogli contenuti di pubblica utilità. L'ex sindaco Malvezzi ha smentito che che ci siano state delle concessioni sugli oneri di urbanizzazione. Ma non è proprio così. Noi parliamo con i documenti ufficiali. Ecco il documento del 6 aprile del 2011 firmato dal direttore del Servizio Economico Finanziario del Comune Paolo Viani Il tutto come esito della decisione di Giunta registrata il 9 febbraio 2011, dove si è concesso il riconoscimento dei contenuti di pubblica utilità (vedi ritaglio verde del documento ufficiale). Va notato che la pubblica utilità rende davvero irrilevanti rispetto ai privati gli oneri di urbanizzazione . Non si tratta di una costruzione da poco, come leggerete nella specifica del 7 dicembre' 2010 che riportiamo a conclusione di questa inchiesta dove i documenti ufficiali smentiscono la negazione data in conferenza stampa riguardo alla modifica delle cubature dellì'intero complesso. Forse non per la prima parte dei lavori , ma di certo per la seconda parte quando le suore entreranno nel complesso (altrimenti perché avrebbero fatto la richiesta di agevolazioni? Ed in ogni caso, entrino o no, il Comune ha già aperto la autostrada. In questa intricata vicenda c'è poi la questione della chiesa aperta al pubblico: un passo avanti verso la esenzione dall'IMU dell'intero complesso che pure produrrà un forte reddito?). Se si pensa alle mazzate per analoghe opere che ricevono i privati, ha un bel complimentarsi il vice sindaco Malvezzi per la graziosa concessione accordata alla Fondazione "a fin di bene" ed in previsione di eccellenti esiti finanziari. E parliamo, come abbiamo premesso, della palazzina: nell'allegato "La Pace" del 7 dicembre 2010 si identifica la costruzione per ora sottaciuta ma già autorizzata, come un piano fuori terra, con porzione di piano interrato adibito a parcheggio, cantine, magazzino e locale caldaia. Il fabbricato prevede dieci camere con servizi, locale pranzo, locale cucina, stireria, cappella e relativa sacrestia con accesso al pubblico durante le ore diurne, soggiorno, ufficio eccetera. L'accesso dalla via Bissolati... oplà! Altre dichiarazioni di pubblica utilità stavolta riferite alla Fondazione la Pace: i documenti dell'aprile 2012Altri due documenti sono giunti a dichiarare la pubblica utilità della casa di riposo La Pace "Giovanni e Luciana Arvedi" riferiti alla Fondazione La Pace Onlus recentemente presentata in sala Bolognini dal vicario generale della Curia con una manifestazione pubblica. |
Confermando le indiscrezioni fornite da Il Vascello nel 2009, Giovanni Arvedi compera il complesso della clinica La Pace dall'Istituto delle Suore Adoratrici.
Ne fa dono alla Curia di Cremona. facendosi anche carico degli oneri di intervento.
Il vescovo promuove la costituzione de "La Pace Onlus" che deve procedere alla realizzazione e alla conduzione della super Casa di riposo .Il complesso viene ufficialmente intitolato a "Giovanni e Luciana Arvedi", sul tipo di analoghe realizzazioni caritative e assistenziali presenti sul territorio cremonese.
Il consiglio di amministrazione del nuovo organismo è formato dai rappresentanti di quattro Case di Riposo controllate dalla Diocesi. Si tratta della Casa della Fondazione Elisabetta Germani di Cingia de Botti, della Casa di Riposo Villa S. Cuore coniugi Prejer di Casalmorano, dell'Istituto Vismara di San Bassano e del Ricovero della Fondazione Opera Pia Ss. Redentore di Castelverde. Tutte e quattro queste Case di riposo avrebbero disponibilità di letti in surplus convenzionati con la Regione. E dunque li mettono a disposizione della Onlus la Pace che al momento della inaugurazione avrà dunque immediatamente anche il sostegno regionale. Alle 4 si aggiunge la Cooperativa Armonia composta da una serie di cooperative sociali (Gruppo Gamma, Nazareth, Pulisoft, Varietà). Si aggiunge infine la società di Mutuo soccorso e previdenza tra i sacerdoti della diocesi di Cremona.
Qui il consiglio è formato da sei persone. Viene aggiunto un sacerdote dedito all'assistenza di sacerdoti anziani (che troveranno ospitalità anche ne "La Pace") ed infine Dante Lafranconi chiama come consigliere ma già designato come presidente Umberto Lonardi, a titolo non oneroso.
Nell'edificio già residenza delle suore sono previsti due piani di alloggi protetti, in tutto sei, su altri due la comunità alloggio per un massimo di 15 persone in stanze personali, mentre il piano seminterrsato accoglierà i magazzini.
Nell'edificio principale, organizzato su sei piani di cui uno seminterrato (con palestra, fisioterapia e logistica generale) e uno sottotetto, si troveranno Il centro diurno integrato con 20 posti con i servizi socio sanitari per anziani in funzione intermedia tra l'assistenza domiciliare e le strutture residenziali, la classica residenza sanitaria assistenziale con 84 posti letto. Si rivolge a persone partizialmente autosufficienti ma anche non autosofficienti alle quali sarà garantita assistenza 24 ore su 24.
Nella conferenza stampa, nonostante una precisa richiesta, non viene reso noto se le suore torneranno nella casa di Cura per preoccuparsi dell'assistenza.Ma senza ulteriori precisazioni avviene la realizzazione di una residenza nella zona d'angolo in via Santa Tecla, prospicente l'antico convento di San salvatore del Mondo e Santa Monica. L'area veniva indicata come destinata a parcheggio (vedi il riquadro giallo nella visione aerea dell'area).. In proposito, va ricordato che anni fa una proposta analoga venne respinta dalla Sovrintendenza. Si considerava la costruzione un disturbo al prospicente complesso, lo storico millenario monastero di S. Monica e San Salvatore del Mondo. Ma molti sostengono che da allora questi divieti si sono di molto ammorbiditi, specialmente nel territorio cremonese, quindi non si prevedono difficoltà.
In effetti l'edificio c'è, viene realizzato, ma si ha l'avvertenza, la discrezione di tenerlo basso. Eccolo nella foto a sinistra. Così la Sovrintendenza non avrà più nulla da dire. L'edificio comprenderà una cappella, fruibile per gli abitanti del quartiere e per ora questa apertura sembra l'unica giustificazione della pubbllica utilità-
Al riguardo, come abbiamo già accennato in premessa, c'è un altra zona del complesso "La Pace " che costituirebbe una straordinaria opportunità di sviluppo civile della città in una zona di sei ettari che va da S. Agata al Parco Morbasco Sud. Parliamo del giardino della casa di cura.
Nel progetto vdel Parco dei monasteri si prevedeva uno straordinario percorso verde aperto a tutti. Crediamo che non si farà mai, il giardino sarà a disposizione dei ricchi ospiti della Casa di Riposo nella quale sono immaginate diverse tipologie di ricovero, alcune davvero da Grand Hotel. Del problema del giardino e della prospettiva che va a spegnersi, riferisce da mesi Il Vascello. Il servizio si raggiunge cliccando qui.
Per il giardino aperto si è espresso Umberto Lonardi a titolo personale, ma nella post conferenza abbiamo sentito alcuni presidenti delle case di riposo aderenti alla onlus assolutamente contrarie a questa ipotesi. Il giardino che doveva essere aperto a tutti, resterà rigorosamente a disposizione della "Giovanni e Luciana Arvedi".
Tutto fatto, tutto ormai confezionato. Tutto previsto. Mancava soltanto la conferenza stampa che ha dato pochissimi particolari, peraltro della gigantesca operazione finanziaria ed edilizia nel nome de "La Pace". Lunedì 16 aprile 2012 il via ai lavori. Sotto la pioggia. Sposa bagnata, sposa fortunata, con la benedizione ecclesiastica, oltre tutto.
Caro direttore,
Nelle celebrazioni dell'anniversario di Viulla Flaminia, la casa di riposo per religiosi, è trapelata anche in altre testate sul tema in passato piuttosto disattente, una notizia che Il Vascello ha riferito da mesi e cioè che il cavaliere Giovanni Arvedi ha comperato l'ex clinica La Pace con tutto il suo immenso giardino per farne dono alla Curia. La quale la trasformerà in un ospizio di lusso, sia pure destinando qualche camera ai monsignori (presumo, data la natura…) bisognosi di cure.Una impresa danarosa non c'è che dire… che sarà materialmente amministrata da un laico, Umberto Lonardi, già presidente della Fondazione Città di Cremona. Questo dettaglio i giornali disattenti non lo hanno reso noto, ma prima o poi arriverà una conferenza stampa ufficiale a confermare.
Niente di male. Anche la Chiesa insegue le convenienze di mercato. E si sa che gli ospizi di lusso sono un business davvero sensazionale.
Quel che mi induce a scriverle e ad aggiungere alcune considerazioni è una lettera (sopra, in questa pagina -ndr) che Il Vascello riporta nel servizio dedicato alla impresa. Caterina Ruggeri informa (e un controllo sulle delibere conferma) che "per i "modesti" interventi da farsi in quell'immobile, compreso l'innalzamento del muro perimetrale di via s. Tecla, i proprietari di quella struttura non tirano fuori neppure un euro di oneri di urbanizzazione. Tutto gratis. La motivazione è che "attualmente nella citta' di Cremona le suore dell'istituto prestano la loro opera nell'attività in campo socio-educativo e assistenziale".
Rileva e poi chiede Caterina Ruggeri: Come ho letto, nella ex Pace sono previste sistemazioni al limite di miniappartamenti per anziani, anche coppie danarose. E' questa forse l'attività socio assistenziale attraverso la quale i proprietari dell'immobile hanno avuto la totale esenzione dagli oneri di urbanizzazione? Fatti due conticini, quanto ci ha perso il Comune?"
La preoccupazione si aggrava per quanto emerge a Roma dove il Campidoglio sta conducendo una furiosa battaglia per il pagamento dell'ICI da parte di simili strutture religiose. Leggo sull' "Espresso" che sessantamila euro all'anno sono ad esempio il valore del contenzioso che vede opposti il Comune di Roma e la Provincia religiosa dei S. S. Apostoli Pietro e Paolo dell'opera di don Orione. Nella capitale, l'ente risulta proprietario, nella lussuosa via della Camilluccia, di un gigantesco complesso, accatastato come b/i (la sigla che all'anagrafe del mattone identifica collegi, convitti, educandati, ricoveri, orfanatrofi, ospizi, conventi, seminari e caserme), dove si svolgono attività religiose, ma sono stati anche ricavati una casa per ferie, un centro sportivo e una struttura di riabilitazione a pagamento. II Campidoglio, attraverso la controllata Aequitalia, ha fatto le sue verifiche e pretende il pagamento dell'Ici, l'imposta comunale sugli immobili, dalla quale i religiosi ritengono invece di essere esenti a termini di legge. Così, si è arrivati alle carte da bollo.
E' uno dei dieci esempi raccolti da "l'Espresso" sul tira e molla in corso da anni tra le migliaia di sigle della Chiesa e i Comuni sul pagamento dell'imposta istituita nel 1992.
Un tormentone cominciato nel 2004, quando a decretare un provvisorio stop nella diatriba tra enti ecclesiastici e amministrazioni cittadine è intervenuta una sentenza della Corte di cassazione, che ha dato ragione alle seconde. Nel 2005, però, il governo di Silvio Berlusconi ha ribaltato il verdetto, confermando l'esenzione per gli immobili della Chiesa. Fino al 2006, quando anche l'esecutivo guidato da Romano Prodi ha ritenuto di metterci lo zampino, confezionando una legge che è stata un vero e proprio capolavoro di ambiguità.
Così, il braccio di ferro continua. In attesa che sulla materia si pronunci Bruxelles, chiamata a stabilire se l'esenzione rappresenta un aiuto di Stato ed è come tale contraria alle regole europee.
La gerarchia ecclesiastica, davanti al montare delle polemiche, nega addirittura l'esistenza di un caso nazionale. «La Chiesa paga l'Ici su tutti gli immobili di sua proprietà che danno reddito», ha puntigliosamente ribadito, sabato 27 agosto, il quotidiano dei vescovi "Avvenire". Ma le cose non stanno così. Lo dimostra l'inchiesta de "l'Espresso" sul Comune di Roma.
Due documenti ufficiali raccontano quanto valga nella capitale, almeno secondo le valutazioni dei tecnici e come ordine di grandezza, l'evasione dell'ici da parte della Chiesa e dei suoi satelliti.
II primo afferma: «Le stime indicano in circa 25,5 milioni la perdita di gettito parziale per l'Ici ordinaria. Va aggiunto il minor introito per arretrati, stimato in circa 8 milioni al momento dell'introduzione della nuova normativa».
Il secondo, sempre firmato da Alemanno, è invece del marzo 2011. E dice: « I competenti uffici dell'amministrazione capitolina hanno effettuato una ricognizione, a decorrere dal periodo di imposta 2005, delle attività svolte dagli enti ecclesiastici. Tale attività di accertamento e controllo ha consentito un recupero dell'imposta pari a curo 9.338.143,82 (comprensivi di interessi e sanzioni). Per quanto riguarda il corrente anno, sono in fase di predisposizione atti di recupero per un importo complessivo pari a circa 1,5 milioni di euro».
Che accadrà con l'IMU?
Sarebbe almeno utile sostengo anche io , riferendomi alla situazione in loco - che la Chiesa cremonese pubblicasse l'elenco completo delle attività con esenzione fiscale ed esplicitasse la destinazione dei miliardi dell'8X1000 previsti al posto della vecchia congrua.
E chiedo che anche per l'ospizio "Giovanni Arvedi" il dovere di pagare il giusto fiscale sia osservato, facendo direttamente conoscere quel che attiene alla fede e quel che invece ingrossa il portafoglio, pur se "a fin di bene" come misericordiosamente richiama il Comune di Cremona nel concedere la esenzione dagli oneri di urbanizzazione.
M.T. (lettera firmata)