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Porta Mosa, un ripristino piantato lì...


di Angelo Garioni Sabadini, architetto


Vogliamo proporre alcune riflessioni sulla situazione del baluardo di san Giorgio. Il cantiere non è ancora terminato, anzi, senza voler essere impietosi si può dire che sia appena partito.
Questo giornale che si esprime solo online ha cercato in vari modi di porre in attenzione all’opinione pubblica il pessimo stato delle mura cittadine, ed in particolare dell’ultimo resto concreto ancora visibile: Porta Mosa. Per fortuna non è l’unico baluardo esistente ma certamente è il solo che si possa fruire con comodità. L’altro di San Michele è occupato da una scuola comunale e praticamente risulta inaccessibile. Putroppo, perché al suo interno custodisce un tesoro, ovvero le fortificazioni di San Michele, stanze, casematte e cunicoli che conducono alla feritoie, ambienti tutt’ora inespolarati.
Dopo molte sollecitanti parole del Vascello, finalmente le opere di restauro conservativo delle vestigia promossi in piena campagna elettorale dalla Giunta Corada, sono partite forse non un buon auspicio. Seguendoli quotidianamente abbiamo notato una certa lentezza nell’eseguire lavori semplici.
Pulire le mura dalle edere, dalle piante che vi si sono insediate, che ne stavano minacciando la stabilità, la bellezza e la fruibilità (praticamente d’estate era impossibile avvicinarsi a causa degli insetti nascosti dalla verzura).
Prima hanno operato sull’innesto delle mura nel baluardo di San Giorgio. Successivamente hanno iniziato a eliminare le edere dalla facciate est e sud del baluardo. Infine si sono dedicati ad un cuci- scuci della parete laterale della cinquecentesca Porta Mosa.
A questo punto i lavori si sono interrotti. Senza spiegazioni o ragioni evidenti.
Il cartello di cantiere è rimasto nei pressi della recinzione, ma non si sono più visti muratori all’opera. La natura invece, rigogliosa nella stagione estiva, ha fatto il suo corso. Dopo poche settimane è risorta l’edera sulle mura da dove era stata estirpata. Di un bel colore verde pisello, sana e vispa! Evidentemente si doveva eliminare anche l’apparato radicale della pianta infestante, non solo le foglie e qualche rametto. Nel complesso Porta Mosa rimane abbandonata, direi dimenticata, nella giungla popolata da edere e piante di vario tipo.
Come testimoniano le fotografie, nulla è stato fatto, anzi, nei pressi della Porta la situazione è peggiorata. Il paramento del baluardo ha iniziato a crollare favorendo la nascita di una vistosa lacuna, il tubo del gas, continua ad infilarsi nel mezzo delle mura ed al disotto degli spalti di terra del baluardo.
Vorremmo capire dov’era la Sovrintendenza ai Beni Architettonici quando ha permesso all’Aem di installare una simile sciocchezza nel mezzo di un monumento tutelato. Altresì l’ultimo arco, quello cinquecentesco, della Porta Mosa rischia di collassare da un giorno all’altro.
Nei pressi della porta di possono notare le varie macerie che ad ogni temporale si accumulano ai piedi della Porta, rovinando di giorno in giorno.



Certo anche il verde pubblico non gode di una pregevole manutenzione. Poche o si può dire, nessuna attrezzatura. Manca l’illuminazione notturna, e questo rende il luogo molto pericoloso (e poi parliamo a gran voce di sicurezza..).
Passeggiando per quello che in teoria sarebbe un prato possiamo scorgere un paio di scarpe, molte sportine di plastica e un intero plico di depliant, ancora sigillati e gettati quasi certamente dagli spalti del Baluardo. Sarebbe opportuno allargare l’area verde ed unificarla con il terreno agricolo presente sul lato sud del baluardo, di proprietà privata.
Certo questo per chi scrive è un sogno, avere un piccolo parco delle mura simile a quello di Crema, Pizzighettone o Piacenza.
Quanto tempo dovremmo ancora aspettare? Perché non immaginare un percorso appositamente studiato che riapra l’antica Porta Mosa, ricostruisca parte della fossa civica, e ridia ai cremonesi le loro belle mura?
Rivolgiamo queste domande alla volontà del nuovo Sindaco Oreste Perri, e di rimando all’Assessore Francesco Zanibelli, con un auspicio, che la nuova decantata politica cremonese parta dalla tutela delle nostre memorie.
In attesa di tempi migliori, godiamoci questa estate immaginando le mura ancora nascoste dalle edere perenni.



L'accerchiamento di Porta Mosa e l'indifferenza persino nella qualità e discrezione dell'illuminazione comunale


Sulla SNUM e sui resti delle mura nell'area, vai all'inserto speciale che chiedeva a sua tempo la salvaguardia: una voce inascoltata, purtroppo.



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di Gio, 24 mag 2012