"Il Vascello" per parlare di tutto ciò che ci coinvolge

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Il castello di Fenis

Valle d'Aosta, viaggio nel tempo tra castelli e fortezze

I passi che collegavano l’Italia alle diverse regioni europee hanno fatto della Valle d’Aosta un avamposto strategico, presidiato da forti, castelli e residenze signorili protette da mura merlate o circondate da veri e propri borghi. Oggi sono 22 i castelli di cui nove perfettamente conservati e aperti al pubblico tutto l’anno (con chiusura il 25 Dicembre e l’1 Gennaio). Per chi desidera immergersi completamente nella storia della Valle ripercorrendo le strade e i sentieri dei cavalieri, è possibile costruire un percorso fra i castelli risalendo dalla bassa valle verso Aosta anche con passeggiate a cavallo o in carrozza (www.turismoequestrevda.it oppure www.gruppoattacchivda.it).

Appena entrati in Valle d’Aosta (A5 a Pont-Saint-Martin) seguendo la SR44 verso Gressoney-St-Jean si arriva al Castel Savoia, residenza estiva di Margherita di Savoia. Non è particolarmente antico (venne costruito alla fine dell’800) ma le sue 5 torri cuspidate, una diversa dall’altra, ricordano i manieri disegnati sui libri di fiabe e il giardino botanico omonimo (aperto da Giugno a Settembre), è inoltre davvero piacevole da visitare (Tel. 0125/355396).

Ritornando verso valle e imboccando la SS26, vale la pena fare tappa a Bard per visitare il suggestivo Forte ottocentesco attualmente sede del Museo delle Alpi, dove video, musiche ed effetti speciali portano i visitatori alla scoperta della storia e delle tradizioni degli abitanti dei 1200 km della catena montuosa. www.fortedibard.it Tel. 0125-83381.

Continuando sulla Statale in direzione Aosta, dopo circa 9 Km, si incontra il favoloso maniero di Verrès. Arroccato su una collina panoramica a strapiombo sulla valle, il castello costruito tra il 1360 e il 1390 da Ibleto di Challant come un cubo monoblocco, con lati di 30 metri e pareti spesse 2 metri e mezzo, è il tipico esempio dell’architettura militare dell’epoca (Tel. 0125/929067).

Attraversata la Dora, sul fronte opposto della Valle centrale, si trova il suggestivo castello di Issogne, la cui quattrocentesca struttura esterna, severa e quasi anonima, nasconde preziosità architettoniche nei volumi e nei colori interni. Nel cortile circondato da un porticato affrescato, si trova inoltre la celebre fontana ottagonale con l'albero del melograno in ferro battuto (Tel. 0125/929373).

Proseguendo verso Aosta, valgono una visita i tre castelli di Châtillon con i loro magnifici parchi.
Entrando in paese un lungo viale di tigli porta al Passerin d'Entrèves, attualmente abitato, in cui è possibile solo passeggiare per il parco (45.000 mq) con ben 33 alberi monumentali di 9 specie diverse.
Su un promontorio ad ovest del paese, in Località Cret de Breil, si trova il castello del Baron Gamba, realizzato su progetto dell'Ing. Carlo Saroldi nel 1911 per volere di Charles Maurice Gamba. Anche in questo caso solo il parco di circa 7.000 mq è aperto al pubblico.
Dalla parte opposta dell’autostrada, isolato su un picco strapiombante sulla Dora, si trova invece il castello di Ussel (1341-1345). E' il più antico esempio di castello monoblocco in Valle d'Aosta e segna un momento di passaggio nell'architettura militare feudale. L'ultimo suo proprietario, il barone Marcel Bich (fondatore della celebre azienda di penne a sfera Bic), dopo il recente restauro lo ha donato alla Regione che lo ha aperto al pubblico (da Maggio a Ottobre) e reso sede di esposizioni temporanee (Tel. 0166-563747).

15 km dopo sempre in direzione Aosta, oppure uscendo dall’ A5 a Nus, è imperdibile Fénis, vero e proprio simbolo della Valle d'Aosta feudale e medievale. L’antico forte costruito nel XIII secolo, ha subito numerose trasformazioni fra il 1300 e il 1400 ad opera della potente famiglia feudale degli Challant, ma ha acquistato la sua fisionomia definitiva solo nel 1895, quando venne definitivamente restaurato dal noto artista portoghese Alfredo d'Andrade (Tel. 0165/764263).

Poco oltre la città di Aosta, il castello di Sarre è un magnifico esempio di castello medioevale (1242) ingentilito dal dominio di casa Savoia. Nel 1869 Vittorio Emanuele II lo trasformò in residenza di caccia a cui seguì la realizzazione del famoso “salone dei trofei” ad opera di Umberto I, mentre in seguito venne adibito a residenza per la villeggiatura di Umberto II e della moglie Maria Josè. Alle tre sovrane che abitarono il castello (Margherita, Elena e Maria Josè) è dedicato un percorso biografico attraverso incisioni, litografie e fotografie e copertine illustrate di settimanali degli anni Trenta. (Tel. 0165/257539).

A 6 Km da Saint-Pierre verso Courmayeur, si trova il castello di Introd, costruito dal nobile Pierre Sarriod intorno al 1260 con funzioni essenzialmente di difesa. Il castello primitivo risale probabilmente al XII secolo, ma in seguito alle modificazioni del XV secolo assumerà la forma poligonale, quasi arrotondata, che lo distingue tuttora dagli altri castelli valdostani. E’ possibile visitare il castello nel mese di Agosto, mentre durante il resto dell’anno è allestita una mostra all'interno della cappella del Santo Sudario, visitabile dal Martedì alla Domenica dalle 15 alle 19 con tour guidati a cadenza oraria. (Tel. 0165-749264 www.comune.introd.ao.it).

Decisamente panoramici e suggestivi infine il castello di Saint German e di Chenal (a Montjovet), di Chatel Argent (a Villeneuve), di Graines (a Brusson), di Villa (a Challant-Saint-Victor); Montmayeur (ad Avise) e Chatelard (a La Salle).

Interests

Tredici giorni per una straordinaria esperienza

La Thailandia, il Paese dove domina il sorriso, una proposta fuori dalla retorica

Se qualcuno compie un primo passo in Thailandia resta colpito da due aspetti: la modernità del Paese e la integrazione straordinaria tra passato e presente. L'altro elemento è il sorriso della gente, la innata propensione a conciliare la serenità ed i problemi della vita che certo anche qui non mancano.
Un viaggio in Thaliandia, anche breve (ma deve essere appropriato) può diventare una fortunata immersione in questa dimensione umana e civile sorprendente , al dilà di miti e favole consumistiche che indubbiamente persistono e spesso danneggiano l'immagine del Paese.
In questo senso c'è un viaggio da suggerire e che proprio in questi giorni viene proposto. Se la Thailandia è la cosiddetta "Terra del Sorriso" e deve il suo fascino non solo alla bellezza delle spiagge coralline e dell’acqua limpidissima, ma anche all’ospitalità ed al temperamento gioioso dei suoi abitanti, ecco la proposta di Eden Viaggi con la sua linea più prestigiosa, Eden Made.

Una occasione d'autunno- primo inverno che , per quanto sia ristretta in 13 giorni, promette di dare molto di più di quello che si può cogliere in periodi più lunghi, ma spesso danneggiati dalla retorica di visioni commerciali, anzi peggio, devianti diffuse in direzioni che spesso hanno con la identità della Thailandia ben poco a che fare.

Eccoci dunque alla scoperta dei gioielli della Thailandia: dalla capitale Bangkok ai templi di Ayuttaya, dal villaggio rurale di Ban Khawn Sai alle cascate Heu Narok. Al termine dei primi 7 giorni di viaggio, con gli occhi pieni di visioni straordinarie ed anche con l'anima finalmente soddisfatta, un breve un soggiorno sulle bianche spiagge di Koh Samet, piccola isola a pochi chilometri dalle coste thailandesi, il luogo ideale per ritrovare un po’ di relax  immergendosi nelle acque di un mare cristallino prima di tornare alla frenesia del nostro quotidiano.
Un accenno agli estremi del viaggio non guasta: partenze ogni venerdì in ottobre, novembre e dicembre con quote ben al disotto dei duemila euro per persona , il che non guasta. Ad ogni modo per chi vuole saperne di più: www.edenviaggi.it.

Aggius: tra i paesaggi di granito della Gallura

Dove si coniava denaro falso per mezza Europa ed un museo ricorda l’aspro confronto tra banditi e carabinieri

Palau, Capo d'Orso


Testo e foto  di Claudia Farina

Aggius si incontra non per caso. E’ un luogo da mettere in calendario per chi ama, più che le pietre  dei monumenti, le pietre dei paesaggi che qui sono essenzialmente di granito, a formare le creste montane intorno il paese, grotte e anfratti per uomini e animali, nuraghi secolari, “Piana dei sassi” nell’assorta bellezza della Valle della Luna o fantasmagoriche sculture naturali plasmate  dal vento e dall’acqua. Acqua, altro elemento d’attrazione: sgorga pura, filtrata dal granito, dal giardino  pensile e da varie fontane a placare l’arsura; per l’incanto degli occhi appare in conca il laghetto di Santa Degna.

Aggius, un nome un destino:  sacrosanto (dal greco), agnello (dal latino), ma pure “senza diritto”, a sottolineare il carattere indipendente, ribelle dei suoi abitanti. Con l’atavica ospitalità e un senso della storia, ben oltre il folklore, che fa i conti con passato, cultura, memoria collettiva, simboli  e narrazioni, Aggius (provincia di Olbia Tempio) esibisce il primo Museo del banditismo in Sardegna e il più grande Museo etnografico, il Meoc, dell’isola. Il tutto in un comune di 1700 abitanti, insignito della Bandiera arancione del Touring per l’accoglienza.


Il tessuto della storia 

Alto cinquecento metri s.l.m., si raggiunge su comoda strada tra curve  e tornanti, boschi di sugheri e lecci, piante odorose di elicriso, timo e menta. Il centro ha qualcosa di strano, labirintico, le vie si restringono e svoltano improvvise, si capisce che la linearità non è di questo paese e una spiegazione ci deve pur essere. Intanto si sa che Aggius ha coniato con successo monete false per mezza Europa, con perizia tecnica e proventi ragguardevoli. Arte  e inventiva si respirano ovunque, all’aperto: dalle opere di Maria Lai sui muri, ispirate alla pregevole arte della tessitura aggese, alle iscrizioni, alle croci e ai giochi, tra divertimento e magia, impressi sui pavimenti lastricati delle piccole piazze. Le piante officinali, dai forti odori ancestrali, accolgono i visitatori al Meoc, dove

simboli e frasi della magia bianca e nera sono riprodotti nei tappeti e nei cuscini della sala della tessitura, con gli arcaici telai e le lavorazioni di consolidata tradizione aggese.



Ci sono gli antichi mestieri, la casa tradizionale gallurese e le attività domestiche come fare il pane; i banchi di scuola da cartolina color seppia; la lavorazione del sughero e altri mestieri; la sala del coro, dedicata al canto eseguito a cappella, che accompagna i momenti clou della vita, con lettera d’elogio di Gabriele d’Annunzio; i costumi d’epoca.

Tra banditi e carabinieri

Unico in Sardegna è il Museo del banditismo di Aggius, inaugurato ad aprile 2010.

“In molti centri ci sono statue dedicate ai banditi; qui la prospettiva è quella dei carabinieri, a documentare anche la presenza dello Stato”. Parola di Luigi Gana, che accoglie i turisti e spiega gli arcani di Aggius, dalle parole magiche come REME’, al giardino gallurese delle erbe medicamentose, alla storia del banditismo (fenomeno risalente al 1600) con il conflitto tra legge dello Stato e consuetudini antiche, che è una delle cause del fenomeno. Ci sono foto di celebri banditi, pistole, sciabole  e fucili di entrambi gli “schieramenti” nella stessa stanza.  Di grande interesse i documenti “Nimistar e paci”, come dire “il  reato e la pace”, il fattaccio e la riconciliazione, emblematicamente ricostruiti nella storia  di nimistar e paci tra Vasa e Mamia. Di grande interesse la prima macchina fotografica che con un unico scatto riprende il soggetto di fronte  e di lato, agli albori dell’investigazione scientifica. Si capisce la vita dei banditi guardandone l’abbigliamento: scarpe prive di suola per non lasciare impronte, le ghette antirovi, il giaccone da combat di pelo di pecora e cuoio: quando il bandito rotola per terra diventa mimetico. Ecco perché le strade di Aggius sono a triangolo e vagamente labirintiche: erano le vie di fuga dei banditi e una trappola per i carabinieri a cavallo.

Italia e Baviera passando per Fussen

La "Strada Romantica" rappresenta un itinerario turistico nel Sud della Germania molto apprezzato dai turisti provenienti dall'Italia. Per coloro che quest'estate arrivano nel luogo di vacanza Füssen in Algovia, passando per la Strada Romantica, il castello di Neuschwanstein non sarà l'unico luogo da visitare. Nella città storica di Füssen, nel monastero di St. Mang, si svolgerà l'importante Mostra Regionale Bavarese 2010 dal titolo “Baviera – Italia”. Dal 21 maggio al 10 ottobre 2010 questa consentirà di scoprire i legami storici che unirono a lungo la Baviera e l'Italia – una storia dominata da principi e commercianti, santi e artisti, viaggiatori ed eruditi.
Già all'epoca dell'antica Roma la Via Claudia Augusta, che attraversava Füssen, portava in Baviera merci e nuovità provenienti dall'Italia. Alla fine del Medioevo le ditte commerciali bavaresi avevano la propria sede a Venezia, mentre l'arte barocca italiana si affermava nelle chiese e nei monasteri bavaresi. Partendo da una selezione di personaggi storici si racconteranno episodi che coinvolgono la Baviera e l'Italia e illustreranno la storia che vi si ricollega. Tra questi vi saranno sia i santi delle catacombe, Ludovico di Baviera e membri delle case aristocratiche italiane,
ma anche Casanova, galeotti ed eunuchi. La mostra, allestita in italiano, sarà aperta tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 17.30.
Altre sedi d'esposizione oltre a Füssen sono il Museo Massimiliano e il Museo bavarese dell'industria tessile di Augsburg.
Le mostre regionali bavaresi sono tra le mostre storiche più importanti della Germania.



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di Mar, 18 set 2012