Cicloturismo



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E' avviato il progetto "Pedalando un Po": una organizzazione per lanciare turismo, gastonomia e uso della bicicletta, Piacenza capofila, Cremona partner

Il progetto “Pedalando un Po” è stato illustrato nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Piacenza, e che vede tra i partner anche il Comune di Cremona.

Ha preso ufficialmente il via con l'arrivo delle sessanta biciclette che saranno posizionate in quattro postazioni noleggio da Piacenza fino a Castelvetro, passando per Calendasco e Monticelli d’Ongina. Un progetto che inizia dunque a prendere forma anche grazie alla realizzazione dei primi pacchetti turistici per valorizzare il Grande Fiume e le ricchezze artistico-culturali-ambientali dei territori che hanno sottoscritto il protocollo, tra cui appunto Cremona.

“Pedalando un Po” si espande lungo gli itinerari ciclabili già presenti sul territorio di riferimento, realizzati nella maggior parte con il finanziamento regionale del Programma Speciale d’Area Po Fiume d’Europa e, sfruttando le interconnessioni tra questi, si prefigge di realizzare sistemi integrati di itinerari tematici, attrezzati con servizi di noleggio di biciclette, ciclofficine, servizi per il prelievo e la riconsegna delle biciclette, alloggi e servizi specialistici per cicloturisti, contribuendo così alla creazione di nuove opportunità di occupazione e di sviluppo economico dei territori interessati.

La volontà è sviluppare forme di ecoturismo in bicicletta lungo la ciclovia del Po e nelle zone limitrofe creando un sistema fra le realtà locali che desiderano condividere la passione per la bici, la valorizzazione del territorio, la cultura della sostenibilità e della socialità. Un progetto che presenta una chiara connotazione turistico-ambientale. Il bacino di utenza è costituito principalmente dal segmento turistico, sia utenti organizzati che visitatori occasionali.

Sono previsti due tipi di azioni. Una, appena avviata, sul territorio piacentino, per il quale il Comune di Piacenza assume il ruolo di ente capofila e centro di coordinamento e gestione economica del finanziamento regionale che consiste nel posizionare quattro postazioni di noleggio biciclette, lungo la ciclovia del Po, dotate di attrezzature specifiche per la loro manutenzione e riparazione. Un’altra azione è a livello interregionale con la Regione Lombardia, attraverso il Sistema turistico Po di Lombardia, riguardante tutti i territori coinvolti nel progetto e diretta alla promo-commercializzazione congiunta e coordinata di percorsi culturali, religiosi, eco-gastronomici delle eccellenze del Po nel rapporto strategico paesaggio-biodiversità-cibo-viaggio.

Nuovi percorsi cicloturistici in Lombardia: ecco "La Musica nel Vento"

è stato presentato questa mattina, nella sala eventi di SpazioComune, il progetto "Musica nel Vento", primo itinerario ciclo musicale d'Italia. Musica nel Vento' è un progetto finanziato dalla Fondazione Cariplo attraverso il Bando Brezza per la realizzazione di studi di fattibilità in connessione con Vento, l'itinerario ciclabile del Po (Venezia-Torino). Erano presenti gli assessori gli assessori del Comune di Cremona Alessia Manfredini e Barbara Manfredini, l'assessore del Comune di Crema Matteo Piloni, il coordinatore Albano Marcarini, Piercarlo Bertolotti, presidente FIAB Cremona, i rappresentanti dei parchi regionali Adda Sud e Serio e di varie associazioni.

‘Musica nel Vento’ vuole valorizzare i percorsi ciclabili lungo i fiumi Serio e Adda, dalle Orobie fino al Po, con eventi, installazioni, punti d’interesse, attrattive varie tutte attinenti al tema musicale, e della musica classica in particolare. Dunque un itinerario ciclo-musicale, il primo in assoluto in Italia.

Lungo l’itinerario sarà possibile visitare le case natali di alcuni compositori, i teatri che misero in scena le loro opere, i laboratori dove si realizzano artigianalmente gli strumenti.
Ma non solo, l’itinerario sarà davvero ‘musicale’ perché sarà diviso in singoli tratti, a ognuno dei quali sarà assegnata una ‘playlist’ scaricabile a casa dal sito Internet di ‘Musica nel Vento’ e ascoltabile lungo il percorso con gli auricolari, ovviamente nei tratti protetti e sicuri, lontano dalle strade aperte al traffico delle auto. Inoltre gli itinerari saranno dotati, in alcune piazze dei paesi attraversati, di simpatiche installazioni dove poter avvicinare il mondo della musica con ‘scatole sonore’, ‘chiavi di violino’ didascaliche, strumenti da provare, audio-guide con brani musicali per alternare la pedalata con una piacevole sosta. Il progetto prevede il coinvolgimento degli Enti locali e degli operatori privati nella predisposizione di eventi estivi lungo gli itinerari prefissati, non esclusa una ‘Carovana musicale’ che in sella alle biciclette percorrerà in varie tappe tutto il percorso dalle Orobie al Po. I primi eventi sono previsti per la primavera-estate 2016. Lo studio di fattibilità si concluderà entro il gennaio 2016.

679 chilometri di ciclabile da Venezia a Torino

di Luigi Chiesa

«Non sono abituato a far promesse e poi a non mantenerle»: lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, accompagnato dal direttore del ministero del Turismo, Onofrio Cutaia, al convegno promosso dal Politecnico di Milano al teatro Ponchielli. E, questa volta, lui, la promessa l'ha fatta. Chiara. Davanti a tutti. Il Progetto VenTo si farà. 679 chilometri di dorsale cicloturistica lungo il fiume Po, da Venezia a Torino, il più lungo tracciato in Italia, uno dei più lunghi in Europa: «Siamo pronti – ha detto il titolare del dicastero – Noi non stiamo facendo chiacchiere. Il progetto lo facciamo. E presto. Credo che sia un grande regalo al Paese». Spiega di essersi già sentito col collega del Turismo, Dario Franceschini, e con altri ministri, parla di accesso ai fondi settennali, ne dà per certa la fattibilità, assieme al piano della banda ultralarga, al piano nazionale porti ed al piano strategico per l'edilizia scolastica.

E' questo il dato concreto, emerso dal convegno  Investire in infrastrutture cicloturistiche per riscattare le aree interne del Paese. Delrio ne è convinto. Anzi, va oltre. Perché – afferma – l'Italia ha bisogno «di nuove modalità di sviluppo e di mobilità».
E parla di navigabilità. Nessuno lo obbligava a farlo. Anche perché il tema è dolente per un territorio come quello cremonese. Il primo disegno di legge ha da un pezzo compiuto il secolo di vita ed ancora è sulla carta. Però il ministro si sbilancia. Non solo per un fatto personale, non solo perché è di Reggio-Emilia e suo padre lo «portava a mangiare le anguille sul Po da piccolo». Ma perché, secondo lui, occorre «un nuovo approccio».

Un cenno – ma importante, sperando che non venga fatto cadere -, per poi tornare subito alla due ruote. Di cui lui si dice appassionato. E vanta i suoi 180 mila chilometri di piste ciclabili percorsi. Anche a Roma, «che vi sconsiglio vivamente, perché significa rischiare la vita ogni 200 metri». D'altra parte, prosegue, «il bisogno c'è». E lo ha riscontrato anche ieri, sfuggendo alla scorta e sgattaiolando con la bici, lui e sua moglie, sul Mincio: «C'era un fracasso di gente», ha constatato. «Questi progetti permettono alla comunità di riappropriarsi della sua storia, dei suoi paesaggi». E spiega come anche Legambiente gli abbia proposto una ciclabile di 44 chilometri lungo il grande raccordo anulare di Roma, ma lui sogna anche un «ripensamento complessivo» della via Francigena, ancora tutta da sfruttare.

Che, d'altra parte, VenTo rappresenti una grossa opportunità, lo ha spiegato il “papà” del progetto, il prof. Paolo Pileri, docente di Tecnica e Pianificazione Urbanistica presso il Politecnico di Milano. E' da cinque anni che lavora attorno a quest'idea, di cui due trascorsi in Università a progettare con oltre 7 mila foto scattate al territorio e gli altri tre a presentare, spiegare, convincere: «L'Europa ci chiede di attrezzare i Paesi anche con corridoi ciclabili, per attivare economia e occupazione», come dimostrano gli 840 chilometri realizzati in Germania, che han fruttato 9 miliardi di euro - di cui 4 spesi sui territori attraversati -, nonché oltre 186 mila posti di lavoro – di cui 90 mila nei Comuni percorsi -, secondo quanto attestato dal National Cycling Plan 2012. Per questo il progetto VenTo ha già colpito la stampa estera, come dimostra l'ampio servizio dedicatovi da the Guardian.

D'altra parte, «la bicicletta non è un punto di arrivo, ma di partenza ha detto il prof. Pileri - Lungo il Po ci sono sempre più negozi chiusi da rimettere in moto anche grazie al cicloturismo», che non richiede solo un tracciato, bensì anche «soluzioni infrastrutturali», per le quali c'è da metter conto di spendere tra gli 80 ed i 100 milioni. Il progetto VenTo però sarebbe molto di più: conduce ad una «stima di 2 mila nuovi occupati, oltre al consolidamento degli attuali». Vi hanno già aderito ufficialmente Regione Piemonte e, poche ore fa, anche l'Emilia-Romagna. «Ora servono una regia unica, una visione d'insieme, un raccordo con le molte opportunità locali». Perché non basta portare i cicloturisti qui, occorre anche accoglierli.

Il Sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, ha sottolineato, dal canto suo, come tale progetto «si inserisca in una visione strategica per il nostro Paese e per l'Europa, il Po», ha ritenuto, di quei 679 chilometri di dorsale cicloturistica «Cremona centrale» e chiamata a «riprendere un ruolo progettuale grandissimo» (non ha spiegato per quali ragioni ed in base a che cosa) in una «prospettiva di mobilità, ciclabilità e navigabilità turistica mondiale», per poi giungere anche alla «navigabilità commerciale», facendo anche scelte turistico-culturali (quali, ha elencato, il Festival Monteverdi ed il progetto Da Monteverdi a Verdi, in cui Cremona figura capofila di sette Comuni, per presentare un bacino unico).

Insomma, sembra tutto fatto. Ora si tratta di realizzare.

Costi e benefici della superciclabile padana

Un sogno da idealisti? Gli esperti del Politecnico hanno calcolato i costi e benefici di questa super-ciclabile padana basandosi sui risultati economici delle più importanti realtà europee

«L'esempio più vicino è la ViennaPassau, una ciclabile di 320 chilometri lungo il Danubio, che attira circa 420 mila visitatori e genera un indotto di 110 milioni di euro all'anno, di cui 60 solo per vitto e alloggio», precisa la ricercatrice Giulia Viganò.
«La Venezia-Torino, secondo le nostre proiezioni, può diventare un volano da cento milioni di euro all'anno e creare duemila nuovi posti di lavoro, sviluppando un'economia diffusa: il cicloturismo metterebbe in moto centinaia di piccole attività come bar, ristoranti, agriturismi, affittacamere, alimentari, visite a chiese e musei, negozi, artigianato e, naturalmente, vendite e riparazioni di biciclette e accessori».

Sottolinea il suo collega Lorenzo Cozzi: «Le ciclabili sono in assoluto le infrastrutture più redditizie in termini di nuova occupazione. La Germania ha 40 mila chilometri di grandi ciclovie riservate, da sommare a innumerevoli micro-vie locali, che generano un indotto di 4 miliardi di curo all'anno. In Francia, secondo il ministero dei trasporti, il cicloturismo ha generato 16.500 nuovi occupati, con un indotto di 1,9 miliardi».

La ricercatrice Diana Giudici riassume in due flash il suo tour di lavoro: «L'anno scorso, in un'intera settimana di sopralluoghi in piena estate, abbiamo incrociato solo due turisti tedeschi. A Isola Pescaroli, vicino a Cremona, dove una ciclabile europea potrebbe portare cinquemila passaggi al giorno, l'attracco del battello era chiuso e l'unico bar rimasto non aveva neppure i panini per nove persone. E sconfortante vedere dimenticati luoghi così belli».

li percorso studiato dal Politecnico parte dal Lido di Venezia, approda a Chioggia e risale tutto il Po, con una variante a Pavia per Milano ( area Expo), e arriva a Torino nel parco del Valentino.
«Il problema più grosso sono i ponti da cui devono passare anche le auto>', chiarisce il professor Pileri. «Per creare una via riservata alle bici abbiamo progettato una passerella da agganciare all'esterno del ponte, come una mensola, che costa cinquemila curo al metro "chiavi in mano". Per il resto, gli interventi da fare sono minimi. Il costo dell'intera ciclabile, compreso il fondo in "calcestre" o in asfalto drenante, per evitare buche e infortuni, è di ottanta milioni: Con quei soldi, si fatica a costruire solo tre chilometri di autostrada, inquinante e rumorosa. E con le bici è più difficile anche chiedere il pizzo».

Biciplan in commissione: c'è la bozza della mappa di rete strategica delle ciclabili

Il Biciplan, piano per la ciclabilità cittadina, approda in Commissione. Dopo mesi di lavoro, l’Assessore al Territorio e alla Salute Alessia Manfredini e il consigliere di Sinistra per Cremona - Energia Civile con progetto Biciplan Filippo Bonali hanno fatto con i consiglieri il punto della situazione.
Il lavoro condotto con gli uffici comunali ha, infatti, permesso la creazione di alcuni preliminari documenti. In particolare: la planimetria di una possibile rete delle ciclabili principali che andrebbero realizzate per incentivare gli spostamenti quotidiani; schede descrittive di alcune di queste ciclabili; una lista di accorgimenti utili a migliorare la vivibilità del ciclista urbano;
accenni ad un piano di comunicazione.
Viene, inoltre, esposto il percorso intrapreso, gli obiettivi e soprattutto le possibilità di interazione sul tema per consiglieri comunali e cittadini.
“Non è di certo un punto di arrivo, bensì una partenza - è la dichiarazione del Consigliere Bonali - Molte decisioni sono ancora da prendere insieme ai cittadini dentro un necessario percorso partecipato che consentirà di ottenere un risultato coerente con le aspettative dei futuri "ciclisti". La commissione ci consente di cominciare a condividere il tanto lavoro fatto a favore della elaborazione del primo piano della ciclabilità per la città di Cremona, coerentemente con le linee di mandato”.
Alla commissione seguiranno incontri specifici con i direttivi dei comitati di quartiere per discutere di singole ipotesi di piste ciclabili.
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Ci scusiamo per la scarsa leggibilità della mappa e soprattutto della legenda che i tecnici scrivono sempre per...loro: ma è quel che passa il convento


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di Gio, 14 gen 2016