Fatti a Cremona, in Italia e all'estero



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I fatti di sabato 24 gennaio 2015

600 AGENTI MA SFALDATO DA 150 VIOLENTI IL CORTEO DEI CENTRI SOCIALI

GUERRIGLIA IN VIALE TRENTO TRIESTE E VIA DANTE, ATTACCO ALLA CASERMA DEI VIGILI.

La normalità è tornata solo attorno alle ore 21

LA STUAZIONE E' TORNATA ALLA NORMALITA' ATTORNO ALLE ORE 21 - ORE 20.45 – La situazione sembra tornata alla normalità. La città è stata devastata nel primo tratto del percorso, alcune vie tra la Mantova e via Palestro restano ancora interdette ai veicoli. Il Corriere TV mostra anche un video, a destra, nel quale un poliziotto spara dalla finestra della Caserma dei Carabinieri. Il Corriere polemizza su questa apparizione dall'alto che giudica pericolosa per i cittadini eventualmente in fuga.

Siamo alla furia cieca, ore 20 -Assalto alla caserma dei vigili urbani con una bomba carta, si parla di danni alla UniCredit di viale Trento e Trieste, alla Banca di Piacenza di via Dante. Smentita fortunatamente la devastazione del Bar San Giorgio. I più feroci pare siano black block giunti da Roma. Tre feriti, alcuni intossicati. Seicento militari stanno cercando di contenere lo scontro.
I PRECEDENTI - Alle 19, I caschi neri secondo i carabinieri sono rifugiati in via dei Platani. Via Dante e via Trento Trieste sono sotto controllo dele forze di polizia. Forse è stata incendiata un'automobile. I giornalisti per ragioni di sicurezza sono nella caserma dei carabinieri. Altra zona di guerriglia nei pressi della stazione.
Oggetti spaccati,a terra, di tutti i tipi. Forse si sta preparando un attacco verso via Geromini. I carabinieri si stanno preparando all'eventuale tentativo di sfondamento.

• Alle 18 I violenti hanno del tutto sfaldato il corteo. Una confusione totaale tra viale Trento Trieste e via Dante. La polizia rafforza il presidio in via Geromini dove è situata Casa Pound. Non è immaginabile se il corteo potrà di nuovo riunirsi. Petardi, fumogeni, un clima da guerriglia. Non si possono contare quanti sono gli antagonisti in guerriglia con la polizia, sostenuta da un elicottero. Volano anche sassi e bottoglie dei black block

Alle 17,20 i manifestanti più aggressivi erano già giunti a uno scontro con la polizia. – Un gruppo non cremoneseha caricato la Polizia a volto coperto. Vengono la nciati dei petardi. la Polizia risponde con i fumogeni, luna divagazione in via Dante, passando da via Belfiore. Appiono in viale Trento Trieste dei fumogeni versi e rosa. E' da questo momento che la prima fila del corteo ha cominciato a corprisi il volto e a indossare caschi neri. Manovrano dei bastoni.

• In avvio il corteo si era fermato davanti al Continental. Avevano parlato esponenti dei centri sociali di Bologna e di Torino. In viale Trento Trieste un esponente dei centri sociali aveva lanciato invettive nei confronti di Casa Ound. Tra i manifestanti è stata segnalata anche la presenza di Adelmo Cervi,Suo papà Aldo, era il terzo dei sette fratelli fucilati dai fascisti quattro mesi dopo la sua nascita.Il corteo oltre mille persone è partito alle 16.20, invece che alle 15.

Il corteo doveva snodarsi lungo viale Trento e Trieste, largo Paolo Sarpi e via Manzoni .Poi in corso Cavour, via Gramsci, piazza Stradivari, via Verdi, corso Campi, via Palestro, via Dante, piazza Libertà, via Mantova, rientro CSA Dordoni.

La sede di Casa Pound è stata posta in vendita prima del corteo

Già massiccio presidio della polizia sin da ieri mattina davanti alla sede di Casa Pound. Che però dovrebbe essere un ex sede. Perchè è in vendita e l'annuncio del proprietario è apparso ben visibile con tanto di numero di telefono. Si parla di un trasloco effettuato in tutta fretta. Ma Casa Pound ha rilasciato questa dichiarazione finora non smentita:

"“L'antifascismo cremonese sta ormai raschiando il fondo del barile per danneggiare CasaPound Cremona: dopo la violenza, dopo le minacce, dopo la diffamazione, dopo la falsificazione dei fatti, ora arriva il momento dei metodi mafiosi veri e propri: il proprietario della sede di Cpi Cremona è entrato infatti nel mirino dei centri sociali per la sola colpa di aver affittato un suo locale a un movimento sgradito ai capibastone della politica locale”.
CasaPound Cremona prosegue: “Solo per questo motivo, questa persona continua a ricevere telefonate notturne, intimidazioni, minacce, cosa che sta ovviamente gettando nell'ansia tutta la sua famiglia. Comprendiamo quindi la sua difficile posizione, che lo ha portato a chiederci come favore personale di lasciare la nostra sede di via Geromini 30. Siamo vicini a questo nostro concittadino, dato che conosciamo bene i metodi di chi lo sta perseguitando, ma essendo titolari di un regolare contratto d'affitto e non avendo alcuna colpa se non quella di essere invisi agli antifascisti cremonesi, riteniamo di dover restare dove siamo”.
Continua Cpi Cremona: “In Italia la politica non può essere ostaggio di chi conosce solo la legge dell'odio, del ricatto e della sopraffazione. Restiamo quindi al nostro posto, in quella sede che il giorno dell'inaugurazione i militanti del Dordoni dichiararono di voler chiudere 'col fuoco', ma con noi dentro, 'sennò è troppo poco' (e i video disponibili in rete lo testimoniano). Ai centri sociali possiamo solo dire di lasciar perdere le minacce a chi con questa storia non c'entra nulla e di provare una volta tanto a combatterci con la politica e con i contenuti, se ne sono capaci”.
Ad ogni buon conto lo stabile è stato massicciamente presidiato da carabinieri e polizia in veste anti sommossa. Nessun presidio delle Forze dell'Ordina invece in via Mantova davanti alla sede del centro Dordoni. Erano invece presenti diversi militanti sin dalla prima mattinata.


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di Lun, 26 gen 2015