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Al museo archeologico San Lorenzo un nuovo allestimento
con i reperti della Domus del II a.C ritrovata in via Colletta

fotografie di Antonio Leoni ©

Da venerdì 4 novembre alle ore 17 il Museo Archeologico San Lorenzo presenta un nuovo allestimento che arricchisce la sezione dedicata allo “spazio privato”. Si tratta dei notevoli resti di una domus ritrovata nella ristrutturazione di un palazzo ottocentesco in via Colletta nel 2014, risalente alla seconda metà del II sec. a.C., i cui elementi strutturali sono stati disposti come prelevati dallo scavo ricreando l’impressione di accedere ad una casa antica.

L’intervento, dallo scavo al museo, ha richiesto un lungo e complesso lavoro, che ha visto impegnati tecnici di scavo, restauratori e allestitori, col coordinamento dei funzionari della Soprintendenza e del Museo Archeologico.

di Giovanni Borsella

E' un biglietto da visita la "domus" romana in via Colletta, che si ripresenta ai Cremonesi dopo 21 secoli attraverso i reperti della pavimentazione, rinvenuti, restaurati, trasportati nel Museo Archeologico ed qui sistemati in armonia coi reperti della splendida "domus" del Ninfeo di piazza Marconi. Sono separati da un secolo di storia: della seconda metà del secondo secolo a.C. i primi, fine del primo secolo a.C. i secondi.
I reperti di via Colletta sono un tassellato , cocciopesto con tessere e scaglie lapidee, pavimento cementizio decorato a motivi geometrici; dal vestibolo all'atrio con vasca centrale per raccogliere le acque piovane (tutt'intorno le stanze da letto e servizi fino al tablinum del paterfamilias) i reperti dicono il livello sociale di "Cremona la Grassa", considerato che tanto la domus di piazza Marconi come questa di via Colletta portano i segni delle stesse maestranze di Cesare Ottaviano Augusto la prima, la bellezza e l'esecuzione dei pavimenti quasi unici nella Padanìa la seconda.
I lavori di recupero e sistemazione sono stati presentati in Sala Puerari in un convegno introdotto da Marina Volonté ( "un vedere il lavoro dietro le quinte eseguito con entusiasmo"), relatori Giorgio Arcari e Giovanni Tortelli.
Questi pavimenti e soprattutto quelli del Museo Santa Giulia di Brescia rivelano i grado di benessere dei cives di diritto latino prima e poi romano, che potevano avvalersi di una sconfinata mano d'opera grazie ai prigionieri di guerra, compresi i germani, che poi s'inserivano nella "società romana" per la loro laboriosità, religiosità e perspicacia.
Germani e "slavi" erano già numerosi negli eserciti di Otone e Vitellio nella prima guerra civile dell'Impero (aprile 69 d.C.) e nella seconda (ottobre stesso anno) Vespasiano contro Vitellio.
L'opulenta Cremona, filo-Vitellio, popolata allora dall'afflusso di molta gente in occasione della fiera, venne presa d'assalto nottetempo dalle legioni III.a, VII.a, XIII.a condotte dal gen. Antonio (un Napoleone ante litteram), da gente, per la quale "le ferite, il sangue erano, in ognuno di loro, controbilanciati dall'avidità della preda": racconta Tacito con una precisione filmica, nel III° libro, cap. 26-34.
E fu un macello come quelli attuali a Mossul, ad Aleppo, in Libia, in un rigurgito della visione pagana della storia: lo stato di guerra sarebbe "naturale", la pace invece una pausa!
Ad arredare il pavimento della domus di via Colletta ora in Museo, una citazione di Tacito dell'inizio della presa di Cremona:" Antonio ordinò di prendere del materiale incendiario e di scagliarlo sui bellissimi edifici posti fuori dalle mura, per tentare di spingere i cremonesi a cambiare schieramento (erano filo vitelliani! ndr), facendo danno ai loro beni"

Altre immagini sulle vicende e i ritrovamenti romani nel Museo Archeologico San Lorenzo





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di Gio, 3 nov 2016