Immagini e fatti
Uno Stradivari per Gasparo
Cremona, Museo del Violino Salò, MuSa
Da tempo le città di Cremona e Salò hanno avviato un fecondo rapporto di collaborazione, nel nome della musica e della liuteria, legame che si è ulteriormente rafforzato con l'entrata del Comune di Cremona nel consorzio GardaMusei. In quest'ottica nasce il progetto Uno Stradivari per Gasparo, scambio temporaneo di due meravigliosi strumenti dei maestri più noti e rappresentativi della liuteria classica cremonese e della liuteria classica bresciana. L'occasione è costituita dalla mostra Monteverdi e Caravaggio, sonar strumenti e figurar la musica, nel cui ambito fino al 23 luglio viene esposto, al Museo del Violino di Cremona, il contrabbasso Gasparo da Salò Il Biondo che costituisce la punta di diamante della sezione liuteria del museo di Salò. Nello stesso periodo il MuSa espone il violino Antonio Stradivari Clisbee, uno degli strumenti più antichi del Maestro cremonese ma già eloquente della sua straordinaria abilità di costruttore.
Dopo secoli di rivalità in cui le due città si sono contese la primogenitura sul violino moderno, Cremona e Salò sono dunque entrate in una fase nuova, mettendo la rispettiva storia liutaria al servizio di una collaborazione che sta già producendo frutti importanti. Il progetto Uno Stradivari per Gasparo si inserisce tra l'altro in un momento di feconda attività culturale per le due realtà: Cremona ha appena inaugurato il grande ciclo di iniziative per celebrare il 450° della nascita di Claudio Monteverdi; Salò ospita al MuSa la prestigiosa mostra Museo della Follia curata da Vittorio Sgarbi. Inoltre il comune palinsesto del festival AcqueDotte porterà nel cuore dell'estate spettacoli sia nella città di Stradivari sia in quella di Gasparo.
"La collaborazione tra Cremona e Salò - spiega Gianluca Galimberti, sindaco di Cremona è nata nel segno del Festival Acquedotte e continua ad arricchirsi e a portare frutti positivi. E’ una collaborazione culturalmente importante tra territori ricchi di eccellenze e costruita nel nome del Distretto culturale della liuteria, caratteristico della nostra città per il trinomio musica, violini e suono. Cremona è sempre di più centro di esposizione e analisi di strumenti musicali unici al mondo. Un onore e un arricchimento ospitare lo strumento di Gasparo da Salò nella mostra Caravaggio e Monteverdi, un onore e un arricchimento esporre un violino Stradivari al MuSa sul lago di Garda, meta di milioni di turisti. E’ un’altra occasione importante per mostrare a tantissime persone Cremona, il Museo del Violino e le sue eccellenze e per riuscire ad intercettare ed incrementare quel flusso di turisti che scelgono il Lago di Garda per le vacanze e poi si spostano per una visita di uno o più giorni nella nostra bellissima città".
In piena sintonia Giampiero Cipani, sindaco di Salò, osserva: "La mia amministrazione ha sempre sostenuto la collaborazione tra il Comune di Salò e il Comune di Cremona, riaffermando la comune vocazione alla musica e alla liuteria. Ora questa sinergia si fa ancora più stretta grazie alla connessione tra il MuSa di Salò, che vanta una sezione liutaria intitolata a Gasparo, e il Museo del Violino di Cremona. Lo scambio temporaneo di due capolavori come il contrabbasso Il Biondo e il violino Clisbee è uno dei primi importanti frutti di questo gemellaggio".
“Al Museo del Violino spiega il direttore generale Virginia Villa - abbiamo ricostruito l’orchestra dell’Orfeo di Monteverdi: un progetto inedito ed impegnativo ma nelle sale sembra quasi di ascoltare il concerto di strumenti ad arco, a fiato, a tastiera ed a pizzico. In questa eufonia la voce del contrabbasso di Gasparo di Salò racconta sia una storia antica ed importante sia la positiva collaborazione tra MdV e MuSa”.
Guarda al futuro Giordano Bruno Guerri, direttore del MuSa: "Cremona è ormai una città vitalissima in ambito culturale, grazie anche alla collaborazione con GardaMusei, e il MuSa festeggia questo inizio di collaborazione diretta con il Museo del Violino, che darà lustro a entrambe le istituzioni".
Nella foto: il contrabbasso di Gaspare da Salò
Individualismo sfrenato e si perde sempre più di vista il senso del bene di tutti
Liuteria: personalismi, consorzi, enti... il dissesto della Comunità
di Antonio Leoni
Sono più o meno 40 anni che seguo le sorti della liuteria cremonese, ora d'accordo ora dissentendo dal compianto Elia Santoro, tutti e due comunque aspirando a quel che è giusto e costruttivo, ovvero la affermazione di questa città liutaria nel mondo.
La scorsa settimana è stata diffusa una notizia con fotografia sulla missione che un cospicuo gruppo comprendente liutai di tutte le estrazioni, ha compiuto un viaggio a Shanghai santificato dalla presenza del sindaco Gianluca Galimberti. L'organizzazione del viaggio è nominalmente attribuita al Consorzio Liutai di Cremona.
Il quale nelle scorse settimane ha annunciato che non parteciperà, a causa del costo dello stand, a Mondomusica, cioè alla maggiore rassegna liutaria del mondo che, piaccia o no, si tiene in Fiera a Cremona. Non sappiamo chi abbia sostenuto le spese a Shanghai di Galimberti e degli altri (in parte, del tutto? poco importa). Spero ovviamente che i liutai abbiano fatto ottimi affari.
La conclusione che si può trarre in ogni caso è che questo viaggio non è costato meno dello stand a Mondomusica e di quanto i liutai che sono andati a beversi un tè potrebbero spendere, uniti o no, assistiti o no (come probabilmente è avvenuto per il viaggio in Cina) per partecipare alla manifestazione cremonese.
Ne deriva che i liutai cremonesi e gli enti che li sostengono ( Camera di Commercio, Comune, eccetera, con il Museo del Violino chiuso come un Budda nella sua Torre di Avorio) stanno compiendo ogni sforzo per distruggere l'immagine di Cremona che , come ben dice la motivazione del riconoscimento dell'Unesco è la eccellenza mondiale del saper fare liuteria. Una eccellenza e una fama che si riversano nei fatturati delle botteghe liutarie, da qualche anno, al contrario, indisponibili a promuoversi in casa.
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I liutai e gli enti che li sostengono
Politica suicida
Il sindaco Gianluca Galimberti al centro della delegszione dei liutai cremonesi a Shanghai
Speravamo, dopo il titolo Unesco, che l'andazzo mutasse. Non è così.
Abbiamo raccolto a suo tempo voci di scandalo per la missione a New York della Fiera di Cremona. Nessuno ha battuto ciglio invece per le missioni che ormai con frequenza annuale si svolgono oltre che in Cina, anche a Singapore o nella Corea del Sud o in altre destinazioni possibilmente lontane . Eppure gli acquirenti orientali sono numerosi a Mondomusica. E con loro gli acquirenti occidentali, tanto che la fiera cremonese Mondomusica è la rassegna maggiore del nostro Paese per la preponderanza degli stranieri rispetto ai visitatori italiani.
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Stranieri che sono spiacevolmente impressionati per la diserzione cremonese. Perchè non vale, il mercato mondiale che raccoglie Cremona mentre vale quello di Shanghai?
E' una dimostrazione di totale cecità (persino commerciale) valutare Mondomusica sul prezzo di uno stand, come ha fatto il Consorzio. Perchè gli enti non si oppongono? Forsep perchè Mondomusica è cremonese? Forse per un provincialismo endemico padre di una altera ignoranza?
Capiterà ben presto che il giapponese reduce da un viaggio da Tokio a Cremona e ritorno, chiederà il liutai cremonesi gli esibiscano i loro strumenti a domicilio, con l'assistenza degli enti cremonesi preposti e generosamente disponibili alla business class.
Vero è che un viaggio ben decorato non si nega a nessuno ( è anche il caso del Museo del Violino che almeno ha la giustificazione dei "Friends of Stradivari). Tuttavia lo sparpagliamento dei liutai in città durante Mondomusica è un affronto intollerabile a Cremona ed una diminuzione del suo ruolo di capitale mondiale della liuteria. La condizione sia che i viaggi all'estero siano sostenuti in campio della partecipazione a Cremona.
Distruggeremo Mondomusica? Male. Distruggeremo il ruolo, la risonanza (già, la risonanza... i liutai dovrebbero intendersene) della liuteria moderna cremonese.
Non si può mantenere assolutamente questo andazzo.
Bisogna riportare i liutai cremonesi costi quel che costi al ruolo di Cremona. E' vero che persino i liutai stranieri sono diventati litigiosi come italiani e che si arruffano tutti come i polli manzoniani, ma non sarebbe il caso che loro e gli enti collegati meditassero e ponessero rimedio a questa provincialissima politica suicida?
Se siamo ancora in tempo.
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Un vera bomba: sul traguardo finale del Museo del Violino coraggiose dimissioni in dignità della Presidente del Comitato Scientifico Anna Lucia Marabotti Politi, "insanabile il dissenso sulle modalità della operazione" | Era la garante della qualità dell'operazione e come tale riconosciuta da tutto il mondo accademico, e non solo - Ma i guai non finiscono qui: ci sarebbero grandi differenze di opinione tra lo sponsor dell'operazione Giovanni Arvedi e le idee dell'architetto Giorgio Palu, specialmente sull'ulteriore intervento, il corridoio in cristallo, altro affronto, secondo molti, alla idea razionalistica del grande architetto napoletano Carlo Cocchia |
La notizia è davvero clamorosa, una vera bomba nel mondo liutario, culturale e politico cremonese. Sulla dirittura di arrivo del Museo del Violino con la completa ristrutturazione di Palazzo dell'Arte voluta da Giovanni Arvedi, ecco il fatto che Il Vascello può dare con certezza: dimissioni nientemeno che della Presidente del Comitato scientifico, Anna Lucia Politi Maramotti (nella foto di Antonio Leoni ©) la vera garante della discussa operazione, riconosciuta come tale dal mondo scientifico, da quello liutario ed anche da quello politico dopo la sua convincente relazione alla commissione cultura del Comune di Cremona.
Le dimissioni sono state tenute accuratamente nascoste. Oltre però non si poteva andare. Ed Anna Politi Marabotti, riservandosi di motivare la sua decisione nei dettagli, ha confermato di non poter più reggere il timone della operazione. Per rispetto delle proprie competenze e della responsabilità in ordine all'adeguato esito culturale e scientifico che ha preteso di perseguire nell'accettare l'incarico. Non è la prima volta che ci sono state anche vivaci difformità di opinione tra Marabotti ed Arvedi, come il Vascello ha riferito dettagliatamente a suo tempo. Ma stavolta il vallo sarebbe proprio insuperabile.
Si tratta di insanabili dissensi su svariate modalità e sui fini del museo del Violino, sul raccordo con le altre presenze in città, sulla salvaguardia della identità liutario del Museo, sul rapporto tra museo e presenze della liuteria in città e altrove. Era un progetto a vastissimo raggio, probabilmente cancellato. Molti guarderanno al futuro con grande preoccupazione, perché sono evidentemente in discussione interventi non condivisi dello spesso sponsor dell'impresa, l'industriale siderurgico Giovanni Arvedi.
Oltre tutto, Arvedi avrebbe anche un'altra gatta da pelare. Sarebbe in disaccordo su altri interventi dell'architetto Giorgio Palu , titolare dei lavori con il socio Michele Bianchi, come il famoso corridoio in cristallo che fin dalla proposta progettuale ha suscitato riserve pesantissime negli estimatori dell'ingegno del grande autore razionalista del palazzo, l'architetto napoletano Carlo Cocchia.
Tutto in alto mare, dunque, e buio nonostante le luci scitillanti del Natale poste sul palazzo in questo periodo. Quandoc il museo secondo l'annuncio dato ilnel marzo dello socrso anno il Museo del Violino doveva essere inaugurato. Adesso si parla di rinvio al 22 settembre. In occasione cioè di Mondomusica e delle altre manifestazioni della Fondazione del concorso Triennale. La decisione di Anna Lucia Maramotti decapita il comitato scientifico, ne ha svuotato il senso (era, quello ridotto, limitato a cinque componenti) ed oltre agli effetti sulla identità del museo del Violino, ha enormi ridondanze all'estero: con riflessi pesantissimi sull'intero sistema museale cremonese.
Si pensi al trasferimento del museo di Storia Naturale in Palazzo Affaiti con la chiusura della sede di viale Trento Trieste (ora messa dal Comune sul mercato degli affitti). Quest'operazione, come abbiamo raccontato da tempo e ripetiamo anche in altra pagina, è stata resa necessaria per difendere il Museo Ala Ponzone dalla concorrenza del Museo del Violino.
Con la traduzione in Palazzo Dell'Arte della sezione stradivariana, Palazzo Affaitati perderebbe altrimenti 15 mila visitatori all'anno e , di conseguenza, la qualifica regionale e l'appropriato contributo.
Per dire il peso di Anna Lucia Politi Marabotti va ricordato il curriculum che l'ha posta al vertice del comitato scientifico:
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Laureata in Pedagogia (Università Cattolica Sacro Cuore di Milano), Specializzazione in Filosofia Neoscolastica ( Università Cattolica Sacro Cuore di Milano), laureata in Architettura (Politecnico di Milano)
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Ha insegnato come docente di ruolo in lettere presso l'I.P.I.A.L.L. di Cemona
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Insegna Teorie e storia del restauro, come docente a contratto, presso l'Università di Ferrara - Facoltà d'Architettura, Politecnico di Milano Campus Leonardo - Facoltà d'Architettura sede di Mantova, Accademia S. Giulia di Brescia, Accademia Cignaroli di Verona.
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E' inoltre Presidente dell'Associazione liutaria Italiana. Nell'operazione rappresenta dunque le competenze dei maggiori maestri liutai italiani.
Occorre dire di più per capire che si tratta di un clamoroso gesto, ammirevole ed istruttivo, di grande coraggio e dignità, nel panorama cremonese spesso fin troppo accondiscendente e disposto a compromessi?
Nelle foto: Anna Lucia Politi Maramotti, nella seconda foto i soffitti a onda nella interpretazione di Arvedi / Palu. L'onda ha senso se dalle due parti proviene la luce naturale dei finestroni che il soffitto a onda armonizza e rifrange contro le pareti. Per questa ragione fu studiato da Cocchia nelle Gallerie. Cosa rifrangono nella riedizione in corso i finestroni interni sulla sinistra, tutta vani e porte, niente grande parete espositiva? Nulla. O peggio: luci miste e artificiali.
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