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Il Consiglio di Amministrazione del Credito Padano
ha nominato le cariche sociali

Completato anche lo staff di direzione generale con il nuovo Responsabile Direzione Affari.

Nella sede Cremona, si è tenuta lunedì 4 luglio la prima riunione del CdA di CREDITO PADANO, la nuova realtà bancaria nata ufficialmente il 1° luglio dalla fusione di Banca Cremonese con la BCC di Castel Goffredo.Il CdA ha innanzitutto provveduto alla nomina della nuove cariche sociali.

Antonio Davò (Banca Cremonese) è stato confermato presidente, mentre Elia Gorgaini (BCC Castel Goffredo) è stato nominato vice presidente vicario.  Per Andrea Zerbi  (Banca Cremonese) vi è stata la conferma alla vice presidenza; guiderà inoltre il Comitato Esecutivo.

Gli altri amministratori, espressione delle assemblee sociali delle due BCC, sono: Gian Paolo della Nave, Massimo Dester, Massimo Dossena, Danio Galli, Arnaldo Ghisotti, Renzo Nolli, Maria Grazia Rizzi e Angelo Santi. Il collegio sindacale invece, presieduto da  Annibale Cabrini, è composto da Federico Manara e Alfredo Tellaroli.

Antonio Davò, in occasione della prima seduta del Consiglio del neonato CREDITO PADANO, ha dato il benvenuto ai nuovi consiglieri ed ha sottolineato l’impegno della Governance nel perseguire gli obiettivi fissati nel Piano di Fusione.

Con l’avvio di CREDITO PADANO si completa anche lo staff di direzione. Paolo Innocenti, direttore generale, sarà affiancato da Alberto Spotti, già vice direttore generale di Banca Cremonese, a capo della Direzione Operativa e da Andrea Lusenti, nuovo vice direttore generale a capo della Direzione Affari.

Andrea Lusenti, 54 anni originario di Manerba del Garda, ha al proprio attivo 34 anni di esperienza ad alti livelli nel Movimento Cooperativo.Lusenti coniuga la conoscenza del territorio di competenza del CREDITO PADANO che deriva dal suo background lavorativo con l’adesione convinta ai principi e valori del Credito Cooperativo. Le linee guida del suo operare saranno improntate alla riorganizzazione della rete di vendita in quattro aree territoriali, all’impostazione della pianificazione commerciale coerente con la nuova dimensione della Banca ed  alla definizione di un modello di servizio che offra al cliente consulenza qualificata, prodotti e servizi utili con la correttezza e la trasparenza tipica della BCC.

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Nel corso della settantesima assemblea dell'Unione locale al Teatro Regio

A Parma è nata la grande alleanza a sette degli Industriali

Uniscono gli sforzi Cremona, Piacenza, Reggio E., Mantova, La Spezia, Massa Carrara e Parma - "L'area integrata è un'eccezionale occasione di sviluppo".

L'intervista al direttore dell'UPI Parma Cesare Azzali . Dichiara che l'area integrata è una grande occasione di sviluppo per le sette città aderenti. Cliccare sulla foto o qui per andare alla video intervista del TG Parma. Nella foto a destra il presidente dell'UPI Parma Alberto Figna.

All'assemblea degli Industriali di Parma, svoltasi questo lunedì pomeriggio , è emerso con un gigantesco passo avanti il progetto di alleanza in un area integrata di sette associazioni di industriali a cavallo tra Lombardia ed Emilia. Tra queste Cremona.

Il tutto è stato avallato da una tavola rotonda con la partecipazione dei presidenti delle sette Associazioni Industriali dell’Area integrata: Giuseppe Baccioli (Associazione Industriali Massa Carrara), Giorgio Bucchioni (Confindustria La Spezia), Emilio Bolzoni (Confindustria Piacenza), Umberto Cabini (Associazione Industriali Cremona), Alberto Marenghi (Confindustria Mantova), Mauro Severi (Unindustria Reggio Emilia) , Alberto Figna( padrone di casa, presidente di UPI Parma).

L'assemblea ha ufficializzato l’inizio di un percorso che punta a un’area integrata tra le associazioni industriali di Parma, Reggio Emilia, Mantova, Cremona, Piacenza, La Spezia e Massa Carrara, in cui le aziende dei sette territori possano accedere al complesso di capacità di rappresentanza e di servizio offerte dalle singole associazioni cui fanno riferimento.

I presidenti sottolineano l'importanza di collaborare per rendere più efficienti i servizi alle imprese, come formazione, comunicazione e attività di lobby (nell'accezione positiva del termine). Interessa condividere i punti di forza e sfruttare le opportunità che la collaborazione fra più territori può comportare.
Figna ribadisce che le sette associazioni non si fonderanno - dice facendo l'esempio della fusione della sua azienda - mettersi insieme è un mezzo, non un fine.
L'assemblea si era aperta con una buona notizia. L’economia di Parma è in ripresa. Lo aveva annunciato Alberto Figna, nel discorso di apertura, della 70esima assemblea dell'Unione parmense degli industriali.

Le speranze, le attese, i problemi da risolvere con l'alleanza (senza dimenticare le difficoltà)

Il problema di Fiera Cremona e Fiere di Parma: " il sistema fieristico va organizzato non a livello regionale ma sovraregionale - "Discutiamo con Milano, con Verona, con Bologna per evitare che alla fine vinca chi si è di fatto comprato il porto del Pireo, cioè la Cina. Noi vogliamo mettere in campo ingegneri e urbanisti superando gli assessorati regionali".

Al centro del progetto c'è il territorio, quella «soggettività mediopadana», come l'ha chiamata il presidente di Confindustria Reggio Emilia Mauro Severi, e c’è anche la sigla di una infrastruttura in lista d'attesa da alcuni decenni, vale a dire la Tibre, quella Tirreno-Brennero che dovrebbe collegare le Alpi con i porti della Liguria.

Un progetto che innova radicalmente il

concetto di rappresentanza industriale, che supera il ragionamento per regioni (quelle interessate sono quattro: Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana e Liguria) e avrebbe l'ambizione di guardare solo a un dato: l'interesse delle imprese.

Il tutto anche, ha spiegato Giorgio Bucchioni, presidente di Confindustria La Spezia, «in ragione delle satrapie delle regioni che fanno anche turismo istituzionale». Un interesse anche produttivo visto che, come ha sostenuto Giuseppe Baccioli, presidente degli Industriali di Massa Carrara, la meccanica emiliana può avere interesse ad avere una importante area portale alle spalle tra Liguria e Toscana. Potrebbero esserci anche interessi contrapposti (ad esempio come quelli fra le fiere di Parma e di Cremona) ma il problema va risolto «valorizzando le peculiarità del territorio» ha sostenuto Umberto Cabini (foto a sinistra) alla guida degli Industriali di Cremona. Speranze infrastrutturali anche per Mantova, e per la Confindustria guidata da Alberto Marenghi, che punta al rafforzamento del porto fluviale e guarda con interesse anche ai traffici commerciali con Venezia (ma Cremona guarda anche a Milano). «Il nocciolo resta quello dell'integrazione dei servizi e della loro efficienza guardando alle esperienze migliori di chi ci sta vicino», ha spiegato Emilio Bolzoni, presidente di Confindustria Piacenza.

Il ragionamento diventa quello di una nuova area vasta i cui confini vanno ora individuati. A partire dall'aeroporto di Parma che Figna vorrebbe Mediopadano, così come è tale la stazione Alta velocità di Reggio Emilia, una infrastruttura che si metterebbe al servizio di un'area decisamente più vasta di quella provinciale. Insomma, insiste Severi, il «futuro dell'aeroporto di Parma va disegnato tenendo conto delle infrastrutture già esistenti, ragionando non solo nella direzione est-ovest della via Emilia ma anche Nord-Sud». «Così come il sistema fieristico va organizzato non a livello regionale ma sovraregionale. Discutiamo con Milano, con Verona, con Bologna per evitare che alla fine vinca – ha concluso Severi - chi si è di fatto comprato il porto del Pireo, cioè la Cina. Noi vogliamo mettere in campo ingegneri e urbanisti superando gli assessorati regionali».

Gigantesca operazione dell'Union Camere sottoscritta a Bologna

Una macrointesa: Lombardia con Veneto ed Emilia superano il PIL della Turchia!

Spiega Giandomenico Auricchio: "Matrimonio di 28 enti camerali nella fascia alta dell'efficienza - La prime priorità

La Auricchio migliora la sua organizzazione di vendita negli USA

Il Gruppo Auricchio ha acquisito la società americana The Ambriola Company, uno dei più grandi importatori e distributori di formaggi italiani e del prosciutto di Parma negli Usa.

Il Veneto sa intercettare risorse. La Lombardia ha un profilo sempre più internazionale. L’Emilia Romagna mette sul piatto, oltre alla forte vocazione all’export, la ricerca e il monitoraggio puntuale dello stato dell’economia.
Ecco il risultato di quadro dell’intesa tra le Unioni regionali delle Camere di commercio- In questo modo il sistema camerale delle tre aree posiziona i primi tasselli di un piano strategico di collaborazione e integrazione che potrebbe portare anche a una fusione dei tre enti e che già da ora mostra tutta la forza economica di questa macro area. Un gigante con un Pil di oltre 625 miliardi pari a più del 40% di quello nazionale e che con la sola industria manifatturiera arriva a superare il 54% del valore aggiunto del Paese. Un Pil superiore a quello della Turchia, dei Paesi Bassi, della Svizzera.
"È un matrimonio che coinvolge 28 enti camerali che - spiega il cremonese Giandomenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia - «si collocano nella fascia alta dell’efficienza. Parte una collaborazione strutturata che mette a fattore comune elementi di eccellenza come l’internazionalizzazione, il centro studi, la progettazione europea, per dare risposte sempre più efficaci alle imprese».

Partendo, dunque, dai numeri l’intesa, sottoscritta a Bologna, indica le prime priorità. Si parte dal monitoraggio dell’economia, si arriva a servizi e progetti per rafforzare la dimensione internazionale delle imprese per poi proseguire con la condivisione degli strumenti necessari ad agganciare tutte le opportunità offerte da Bruxelles per lo sviluppo. La macro area si presenta con numeri da prima della classe in Europa, con sistemi e specializzazioni che già travalicano i confini. Come nel caso di quel sistema moda che da Belluno arriva a Modena e di una agroindustria che si apre spazi da Forlì a Lodi. Nella foto Giandomenico Auricchio.

All'API costituita la sezione digitale Presidente Romina Bini

Alla presenza del Presidente di Confimi Industria Digitale, Domenico Galia, e del Presidente di Confimi Industria Digitale Lombardia, Clay Audino, si è svolto il primo incontro territoriale  delle Aziende che operano nel campo della comunicazione, della telematica e dei servizi digitali aderenti ad Apindustria Confimi Cremona.

Dopo la costituzione della categoria regionale nel novembre 2015,  l’11 marzo 2016 è stata costituita ufficialmente a Cremona la sezione territoriale: Confimi Industria Digitale Cremona.

Eletta Presidente l’Ing. Romina Bini di Area Professional, società specializzata nei settori dell’automazione e dell’ICT.

“Centrale è il tema della formazione” sottolinea con decisione la neoeletta Presidente “Sempre di più le Aziende avvertono una netta distanza tra  scuola e impresa. Siamo un Paese nel quale per troppi anni sono mancate azioni a sostegno dell’educazione e dello sviluppo delle competenze e i risultati oggi sono del tutto evidenti. La crescita si baserà sempre più sulle competenze che un Paese è e sarà in grado di esprimere e questi sarà tanto più capace a farlo quanto più le competenze saranno adeguatamente diffuse. Tutto ciò è deterninante per creare un contesto favorevole  alla stessa crescita e alla capacità di saper competere a livello globale e a  partire da questo, e non solo, vogliamo fare la nostra parte”.

Il segretario Generale di Apindustria Cremona, Paola Daina, aggiunge ” quello che abbiamo fatto oggi è un primo passo, verso obiettivi si ambiziosi”.



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di Mer, 6 lug 2016