Prospettive e società


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L'antigoverno della Città e del Territorio: l'area Scac punta altre pistole contro il centro storico... e Gadesco raddoppia

Arrivano le ultime statistiche: nel 2011 ci sono state 171 iscrizioni nel cremonese e 212 cancellature, in città 143 cancellazioni e 88 iscrizioni. Sono dati gravissimi. Qualcuno li presenta come una sorpresa. Sono invece l'esito di un trend incontrastato e sciagurato che trova anche responsabilità negli stessi commercianti che ora soffrono lo svuotamento del centro storico. Ci si dimentica che Il presidente dell'Ascom salutò l'apertura del centro commerciale Cremona 2 a Gadesco.Non è insomma che non si potesse prevedere il dissesto. Che fu consolidato con un isola pedonale che crebbe nella totale demagogia e sotto il ricatto dei Verdi, ovvero nella più completa inconsapevolezza di ogni criterio di organizzazione, chiudendo letteralmente la città nella mura che all'inizio del novecento, non proprio a ragione , erano state via via abbattute dai cremonesi per aprirsi al mondo.
Da Garini a Bodini che addirittura benedice l'Ipercoop, il Comune senza alcuna previsione urbanistica autorizza continua a benedire una vera invasione di ipermercati nella cornice della città senza prevedere la benché minima compensazione umana, ambientale, viaria, viabilistica e quant'altro: l'urbanistica è bistrattata e ridotta, c ancellata quando contrasta coi soliti noti e persino con i piccoli ignoti ai quali si deve qualche favore o tessera di sindacato.
Certo i commercianti non investono, non brillano di fantasia: scontiamo anche qui l'assenza di grandi uomini, ma è ancora buona che 88 abbiano il coraggio di aprire. Resta l'improvvisazione della denuncia che è ciclica come i servizi estivi sulle pantere in fuga di notte.

Ecco l'intervento di Luci in contestazione con il quotidiano locale che sembra aver benedetto con i soliti toni enfatici e senza riflessione complessiva la revisione dell'area industriale, il tutto in netta contraddizione con le continue (e vuote) parole in difesa del centro storico

Egregio Direttore ( si tratta del solito Zanolli - ndr)

finalmente svelato il nuovo volto dell'area ExScac, "stella di periferia" nella "desolata periferia" di Cremona.
La Toto Costruzioni costruirà questo nuovo 'miracolo', sicuro 'volano economico' della città.
Abbiamo visto: le facce della Commissione Urbanistica, tutte tese a considerare e valutare il progetto, i disegni del futuro assetto della zona, le piste ciclabili piene di biciclette...

No, quelle erano solo citate nell'articolo sul suo giornale; però abbiamo visto le onnipresenti automobili con i loro bravi parcheggi! Possiamo aver sbagliato, le piste ciclabili ci saranno e sarà bellissimo pedalare all'interno dell'area...
ma come ci si arriverà? Non ci sono piste ciclabili, dal centro città a quel punto di via Sesto, a meno di considerare 'ciclabile' una ridicola striscia di asfalto delimitata da una riga bianca ('pericolosa' se disegnata in corso Matteotti e 'sicura' in via Sesto).

Leggiamo che è passata la 'linea dura': niente centri commerciali, solo "medie" strutture di vendita (ne gioiranno i commercianti del centro); ma la Maison du Monde nel disegno non pare proprio una "media " struttura di vendita...sembra invero gigantesca, 1500 metri quadrati! Siamo noi a non capire la sottile differenza, ovvio; come non capiamo a che serva a Cremona la 'Ikea di lusso francese' quando il Coin casa, proprio a Cremona centro, chiude.

Francesi maestri di tattica nell'aspettarne la chiusura? Mah, e si parla anche di Decathlon, in arrivo nell'ExScac!

Noi capiamo solo che l'agonia del centro città prosegue, muore il centro perché si svuotano i negozi e continueranno a svuotarsi sempre più.Anche parte degli uffici ora in centro di certo si trasferiranno nell' ExScac (sono previsti, li costruiranno, perché no?).
Muore il centro,sempre più desolato e pieno di case vuote; ma si continua a costruirne, come nella prossima lottizzazione nell'area Rimorchi Piacenza! Dopo "Botania - condomini di pregio" con panorama sulla Tamoil (da bonificare secondo ARPA), "Villaggio fiorito - ville di pregio" di fronte alla discarica di San Rocco (da bonificare secondo ARPA),avremo altre "case, albergo ed uffici di pregio" di fianco a via delle Industrie (da bonificare secondo ARPA).
Opere "pregevoli" in luoghi idilliaci!

Ringrazieranno i turisti che alloggeranno nel costruendo albergo nell'ExScac, immersi nel verde, con un panorama unico, sull'Ipercoop, sulla Tamoil, sulla Maison du Monde; e quando avranno voglia di vedere come erano una volta le città, basterà salire sull'auto e andare a parcheggiare in piazza Marconi, o da un'altra parte! E cosa sarà mai un po' di PM10 in più? Qualcuno ha pensato ai turisti che arriveranno a Cremona col treno? No, ovvio; è probabile che fra qualche mese la stazione di Cremona sarà chiusa per mancanza di treni.
Niente turismo ciclistico, né pedonale, solo automobilistico, altrimenti perché sprecare soldi per fare un parcheggio in pieno centro?

Ci sarà,però,il sottopasso fra via Milano e via Sesto. Comodo per l'albergo, ma, diciamolo chiaro e tondo, soprattutto comodo per i negozi, che saranno così raggiungibili da tutti, senza più passare dal centro città. In che punto sarà fatto, quanto sarà lungo, quanto costerà? Più misterioso del futuro assetto del museo del violino...
Chi lo pagherà? Se lo accollerà la Toto Costruzioni,o lo pagheranno i cittadini di Cremona? I cremonesi, ovvio; ma sarà utilissimo! Un bel sottopasso per andare a fare la spesa all'ExScac e alla Piacenza Rimorchi!

Ci riempie di felicità tutto questo; perché poi arriverà il "tesoretto" degli oneri di urbanizzazione: un milione di euro! Con questa bella cifra si faranno tante piste ciclabili nuove e saranno messe in sicurezza le esistenti, tanti passaggi pedonali sicuri e si toglieranno tutti i passaggi a livello... No, scusate, ci siamo illusi... nessun interesse per i ciclisti, né per i pedoni, avremo ancora marciapiedi invasi da auto e piste ciclabili sfiorate dai tir, fino al prossimo incidente mortale; poi se ne parlerà, poi tutto tornerà come prima.

Ci sarà, però, finalmente, il rilancio del centro storico, come promesso da De Bona e Malvezzi ai commercianti! Saremo invasi da fioriere a forma di lira celtica alternate ad altre a forma di violino, avremo le vie cittadine tutte lastricate con marmo di Carrara, spunteranno altre sei o sette statue di Stradivari fatte di torrone, e ci sarà un nuovo concorso di idee per un nuovo logo, che confidiamo sarà peggiore del violino stilizzato, con cui marchiare ogni angolo di città.
Si potrà parcheggiare anche dentro il Duomo, tra una Messa e l'altra.

Si pagherà un consulente esterno (e i tecnici in comune che ci stanno a fare?) per un progetto per sostenere i negozi vicini, e il centro sarà raggiante, brulicante di persone ansiose di spendere! E' incredibile lo spreco di risorse che i nostri esimi amministratori riescono a fare: precauzioni (che però dovevano esser prese già da anni! Le passate amministrazioni, anch'esse, hanno colpe a non finire!) per la sicurezza stradale, ovvie, davanti a incidenti mortali, non sfiorano neanche le loro teste, occupate dall'unico problema che hanno i politici, arraffare voti (Non si sono neanche accorti che la Tamoil aveva innescato una bomba nel sottosuolo!).
Noi non capiamo perché si sprechino tante risorse e si continui a massacrare l'identità della nostra città, sia della parte antica (o meglio, di ciò che ne resta) che della parte di 'archeologia industriale', come possono essere la Ex Scac e l'area ex Annonaria.
Non ci resta che guardare la commissione Urbanistica, seduta intorno ad un tavolo, così interessata al progetto, così impegnata a sprecare risorse, così impregnata di incapacità (come la giunta precedente, nulla di nuovo sul fronte cremonese), così lontana, ormai, da una sensata gestione della nostra città. LUCI Cremona

••• Ed il massacro si compie. Dalla parte opposta della città, tamto per mantenere l'equilibrio dell'espansione della invasione del cemento. Il Comune di Gadesco prevede nel lo strumento di pianficazione urbanistica una nuova area di 160 mila metri quadri in fregio alla via Mantova per un previsto raddoppio di Cremona Due. Per il sindaco Davide Viola, bancario, è tutto ovvio e assolutamente logico: bisogna prevedere la cementificazione nei prossi venti anni. La colatra è il sogno della popolazione. In cambio di che? Di una ulteriore cancellazione di soluolo agricolo, cosa che come l'autostrada Cremona - Mantova, la strada sud, la bretella del nuovo ponte, il circuito di automobilistico nel casalasco pare lasciare del tutto indifferenti le organizzazioni degli agricoltori. L'importante è aumentare ulteriormente le PM 10.

L'ambiente non è nei sogni del bancario doc. Buon interprete , logico attore di quel concetto di mondialismo del quale si può leggere qui sotto. Ma i cremonesi, una volta di più, non hanno proprio nulla da dire? Non sanno rivbellarsi ad una visione così umiliante e distruttiva del proprio futuro salutare ed a misura d'uomo come sostengono falsamente gli uomini politici ?

E' proprio impossibile evitare che la cascina Livelli faccia la fine della cascina Colombera, ormai completamente rasa al suolo?

La cascina Livelli nell'area Scac, in via Sesto (foto Antonio Leoni ©)

In questa pagina e più dettagliatamente in cronaca ci occupiamo della crisi del commercio e del progetto dell'area Scac che, al di fuori di ogni valutazione sulla opportunità o meno, indubbiamente accresce ulteriormente l'assedio della città storica a danno dell'area industriale in nome di un vantaggio che deriverebbe da un'idea a nostro avviso perversa come il mondialismo (sul quale si discute nella medesima pagina anche a proposito della diminuzione dei negozi tradizionali).

La crescita dei servizi provoca una forte cementificazione, giustifica la costruzione di strade e sovrappassi a tutto vantaggio del traffico automobilistico e contro ogni idea di lotta alle pM 10.

In contemporanea si assiste ad un altro fenomeno gravissimo ed antistorico: la eliminazione di preziose testimonianze sul territorio, paragonabile al deprecato ed indiscriminato abbattimento delle mura di Cremona avviato sin dalla metà Ottocento al quale - valutando che si era in piena affermazione del positivismo - perlomeno si può concedere la giustificazione di una ben minore sensibilità ambientale.

Il fatto incredibile è che questa mentalità distruttiva a Cremona persiste con una palese dimostrazione di ipocrisia ed anche di ritardo culturale : si assiste alla condanna del comportamento dei nostri avi e nel contempo non si reagisce all'autorizzazione del Comune in via Porta Mosa .Qui avremo la esatta misura della demagogia degli assessori i quali promettono di aumentare la bellezza del baluardo Caracena , ma nel contempo, con l'apòpoggio dell'inguardabile commissione edilizia, consentono che venga raddoppiata la volumetria reale delle costruzioni in sostituzione delle case fatiscenti, stringendo, grazie al costruttore preferito, l'impresa Paolo Beltrami, un abbraccio ancor più soffocante ed assai poco turistico questa testimonianza della Cremona medioevale miracolosamente sopravvissuta e rispettata persino dai bisnonni vituperati. Allora: chi può essere giudicato maggiormente colpevole ? Loro che non avevano piena coscienza o noi che sbandieriamo la nostra cultura e modernità?

Cosa provochi un centro commerciale è ben evidente sulla tangenziale dove tutto è pronto per altro cemento al posto della cascina Colombera. La bella cascina (si veda a destra in una foto del 1991) è stata infatti completamente rasa al suolo e l'area relativa adesso è tutta attorniata da palizzate in attesa di nuovi clienti che non mancheranno perchè questo centro, originariamente riservato a presenze artigianali e non alimentari, adesso si è dotato di un supermercato "food" attrezzato ed evidentemente apprezzato da questa Giunta che gli concesse, nel delicato momento dell'avviamento, di pubblicizzarsi in centro con i discussi e contestati totem.

Altrettanto si teme avverrà nell'area Scac. Per intento assistiamo a un forte impiego di capitali. Che è la giustificazione e la spiegazione italiana attuale della più alta cementificazione di territorio e distruzione di area verde che si registra in Europa.

In ogni caso e senza voler anticipare il futuro, un fatto è già sicuro. Il progetto di riqualificazione dell'area non prevede il mantenimento di una testimonianza preziosa che neppure la Scac con tutta la sua imponente presenza industriale aveva avuto il coraggio di abbattere. Parliamo della Cascina Livelli (a sinistra le stalle) che ben si può ammirare da via Sesto. Non si comprende perchè, in un'area commerciale che prevede anche un albergo non si sia ritenuto di mantenere e di sfruttare questa presenza di grandissimo interesse che in una intelligente programmazione potrebbe diventare persino un emblema.

Ed allora domandiamo in extremis, visto che a quanto pare nessuna da Perri in giù pare se ne sia preoccupato: non si può proprio salvare la Cascina Livelli? Non si può adeguatamente attezzarla a supporto della nuova destinazione? O tutto è giustificato da una malinteso idea del progresso? Siamo pessimiisti, peraltro, se anche il giornale degli agrari non ha nulla da dire ed anzi magnifica il progetto con il solito titolo retorico, entusiasta e francamento ripetitivo, quello sforato in ogni simile circostanza: "L'ex Scac può rinascere" , senza neppure porsi un evidente problema interno: non contraddice in pieno la sincerità di tutte le posizioni espresse fervidamente dal direttore nei suoi editoriali?

Negozi che chiudono, carte di credito che crescono

Come l'inseguimento dei dogmi del mondialismo ci strozza e come gli interessi generali e locali manovrano per annichilirci

di PAOLO BARNARD

Il Mondialismo è una ideologia, un progetto ed una tendenza.
Questa ideologia è parte integrante di progetti variamente formulati da diverse organizzazioni ( tipo Trilateral) tra di loro alleate e concorrenti al tempo stesso;
il Governo mondiale è un progetto perseguito e non realizzato;
comunque queste organizzazioni hanno un potere enorme e controllano diversi paesi attraverso mezzadri insediati nei governi. Attraverso l’Alta finanza, il sistema bancario, il sistema creditizio, l’infiltrazione in organismi come l’Onu, l’Unicef, ect. esse controllano la quasi totalità dei mezzi di informazione ( sia su carta stampata che radiotelevisi) e cercano di agire in modo discreto, ridicolizzando tutti coloro che disvelano la loro reale natura e il loro reale obiettivo.
Il Mondialismo può essere studiato, osservato, capito analizzando nei suoi due sistemi vitali principali: macrofisico e microfisico.
Al sistema macrofisico corrisponde la politica internazionale condizionata dai megasistemi economici, dall’Alta finanza, dal controllo geopolitico di zone ricche o strategicamente importanti per l’approvvigionamento di materie prime e fonti di energia….
Il lavoro di quelle mega-organizzazioni, del governo mondiale così come attualmente si compone, interagisce sul sistema microfisico, cioè sulle cellule terminali che sono a nostro contatto perennemente, giorno dopo giorno, notte dopo notte.
E qui che le piccole realtà come le nostre possono giocare la loro partita, è qui che può agire il Partigiano, l’Anarca, il Ribelle…insomma chiunque sia alieno dalle tossine mondialiste o comunque le combatta scientemente.

Un esempio per meglio comprenderci. Negli anni ’60 i supermarket ed i centri commerciali erano, nel nostro Paese, una rarità. Pullulavano i negozi. Le nostre mamme e le nostre nonne facevano la spesa presso l’ortolano, il panettiere e il salumiere di fiducia. In certi casi, una volta alla settimana c’era la spesa al mercato. Come vedremo subito, quel che sta scomparendo ( il rapporto umano, la dimensione umana e “ culturale” tra chi vende e chi compra) è si grave e colpisce al cuore la sensibilità dei romantici e dei tradizionalisti, ma non è nulla se paragonato a ciò che a tale scomparsa si sostituisce. Oggi quei negozi sono quasi spariti, come pian piano stanno sparendo i commercianti al dettaglio. Crescono come funghi i supermarket e gli ipermercati. Strutture indubbiamente comode: abbiamo sempre premura e l’offerta di servizio corrisponde alle nostre attuali esigenze.

Ora, non vogliamo analizzare in questa sede, per esempio, il tipo di cultura dell’alimentazione sollecitato dagli ipermercati; ne indagare se e come il sorgere degli ipermercati sia stato pianificato dal mondialismo. Osserviamo solo i dati di fatto. Poniamoci cioè di fronte a fatti certi e solo in un secondo momento proviamo ad ipotizzare lo scenario futuro verso cui questi singoli fatti tendono.

I modernisti diranno che gli ipermercati rispondono meglio alle esigenze del mondo moderno, cioè ad una migliore organizzazione del lavoro, alle leggi di mercato, alle necessità della gente etc. Già qui potremmo soffermarci per analizzare come e perché esistono queste esigenze, come siano sorte o se siano state provocate e da chi, e a cosa portino. Ma andiamo avanti, vediamo nella sostanza cosa si produce con la cultura dell’ipermercato. Ricordiamo che esigenza essenziale del Mondialismo è il dominio totale degli individui, il controllo di tutte le loro operazioni, la capacità di teleguidarli in vari modi.

PRIMA, una persona che acquistava ed una che vendeva erano solo in minima parte controllabili; chi vendeva concordava un prezzo con chi acquistava. Sulla loro contrattazione nessuno interveniva. Lo Stato interveniva con il fisco sugli individui ed i loro beni, ma non interferiva nel loro agire. Con il tempo si è arrivati a controllare in buona misura l’azione dei due individui. Da una parte attraverso il potere di acquisto dell’acquirente ( il potere intrinseco conferito alla moneta prima dallo Stato, oggi dall’Alta Finanza; lo spessore del salario, ect.) dall’altra attraverso il sistema di controllo fiscale ( registratori di cassa, prezzi fissi, controllo delle entrate e delle uscite, ect.) .

Tutto ciò ha condizionato e limitato la libertà dei due soggetti in questione, ma non consente il loro totale controllo, non premette la possibilità ( per esempio) di vietare quella semplice azione della compravendita.

Ma cosa sta già accadendo e accadrà sempre più pesantemente in futuro se si tiene presente la tendenza in corso? Noi sappiamo che il potere d’acquisto della moneta di un qualsiasi Stato è determinato dall’Alta Finanza attraverso i suoi vari meccanismi internazionali; sappiamo che di fatto già esistono due monete internazionali ( il dollaro e l’euro) ; sappiamo altresì che la carta moneta viene via via sostituita dall’impiego sempre più massiccio della carta magnetica ( il bancomat, la carta di credito, la spesa negli ipermercati o nei negozi, il pieno di benzina, il pedaggio autostradale ed oggi, con l’ultima trovata del governo Monti anche per riscuotere la pensione).

Bene se queste sono le tendenze non è difficile immaginare che presto si potranno effettuare acquisti solo mediante queste carte magnetiche ( e la limitazione dell’uso del contante, voluta sempre dal governo Monti, va sempre più pesantemente verso questa tendenza) ; e che per ovvie ragioni gli sportelli atti alla ricezione si troveranno presso gli ipermercati, i grandi magazzini, i negozi, ect.

A questo punto, il sistema sarà in grado di controllare qualsiasi operazione economica di qualsiasi individuo, e quindi di proibirla imprigionando un individuo in qualsiasi parte del mondo esso si trovi ( quando il sistema funzionerà totalmente così). Paradossalmente, un individuo potrà morire di fame all’interno di un ipermercato colmo di cibi d’ogni genere. Perché la carta è personalizzata, e la carta collegherà l’individuo ad una banca e questa banca sarà controllata dal sistema che potrà bloccare il deposito o comunque controllarne l’uso fin nel minimo dettaglio

Qualcuno penserà che questa è fantascienza. Se si pensa a come funzionavano le banche 40 o 50 anni fa e a come funzionano ora, a come si sia sempre più legati alla banca e come tutte le banche siano collegate ad un grande circuito internazionale, ci si potrà rendere conto agevolmente che di fantastico c’è ben poco. Di come questo sistema abbinato ai sistemi di informazione ( televisione e banche dati), di condizionamento (omologazione a vario livello, dal modo di vestirsi al modo di comportarsi in pubblico per essere accettati o respinti ), di appiattimento Etnico-culturale, appartenga a pieno diritto all’economia del progetto mondialista.

Potremmo citare esempi che riguardano la questione dell’alimentazione, dei trasporti, della sanità, della giustizia, dell’economia, ect. Ci accorgeremo di come tutti questi settori svolagno un ruolo di collegamento tra il progetto mondialista e l’instaurarsi nel sociale di ciò che fa il gioco di questo progetto. Ci accorgeremo quindi di come ai grandi sistemi, ai grandi progetti corrispondano terminali che toccano da vicino ( e fin’anco penetrano) ognuno di noi – di come esista, oltre che a una “ macrofisica”, una “ microfisica”.

E’ possibile, allora, provocare dei cortocircuiti per alterare queste tendenze? Sul piano teorico sì; dal punto di vista pratico si tratta di una scommessa quasi impossibile. Non si tratta di pessimismo, ma di consapevolezza della realtà.

Ovviamente, a proposito dell’esempio illustrato, non si può sperare di contrapporsi al Mondialismo ponendosi semplicemente dalla parte dei commercianti al dettaglio, invitando la gente a non andare negli ipermercati e a rifiutare l’uso della tessera magnetica. Una simile battaglia è persa in partenza. Per coerenza, chi può dovrebbe evitare gli ipermercati e la carta magnetica senza pensare con ciò di recare danno o fastidio.

Il Mondialismo può essere combattuto solo se lo si anticipa nelle mosse che deve compiere, non cercando di recuperare quel che ha già conquistato.

Il crollo verrà da sé, se si arresta il progetto nella sua marcia poiché, per non fallire, esso deve rispettare una certa cadenza. Esistono, nel genere umano, memorie che possono essere addormentate, ipnotizzate, drogate, ma non cancellate. Se si ridestano l’esigenza del recupero dello stato originario porterebbe quel che resta dei popoli ad una resa dei conti con il Mondialismo.

Per questa ragione la pressione del Mondialismo sulle “ coscienze” ha da essere costante. Per questo deve continuare a mantenere fuori gioco questa memoria conquistando sempre nuovi traguardi che impegnino gli individui a continui adattamenti nel segno della “ modernità” e del “ progresso” contro la barbarie del “ vecchio” e della “ conservazione”.


Si accendono le luci nelle vie, si spengono nelle vetrine

L'inchiesta fotografica di Antonio Leoni è del 2010, ma la situazione non è sostanzialmente cambiata , anzi è peggiorata. In Corso Campi, nel centro storico che muore chiude anche Coin Casa-. Se qualcuna di queste vetrine si è riaccesa, molte altre si sono spente. Il bilancio non migliora. Casi emblematici, dunque. ©




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di Gio, 24 mag 2012